Come affrontare al meglio un colloquio di lavoro.

Leggi i nostri consigli per arrivare preparato e fare un'ottima figura!

Le tipologie di colloqui di lavoro

Colloquio conoscitivo

Il colloquio conoscitivo è il secondo step del processo di selezione. Il nostro curriculum ha colpito nel segno ed ora l’azienda o l’agenzia di selezione ci vuole conoscere di persona per valutare meglio la nostra professionalità. È praticamente il classico colloquio di lavoro individuale in cui dobbiamo dare il meglio di noi per fare subito una buona impressione e convincere il selezionatore che siamo la persona giusta per quel posto di lavoro. Un colloquio in genere dura dai 20 ai 45 minuti circa. Se il primo colloquio è andato bene, ad esso ne seguirà un secondo: direttamente con l’azienda se il primo è stato fatto da un’agenzia di selezione, oppure con il responsabile della specifica area aziendale. Talvolta può esserci anche un terzo colloquio, direttamente con la proprietà.

Colloquio motivazionale

È una tipologia di colloquio che a differenza del colloquio tradizionale indaga più a fondo sulla psicologia e sulle reali attitudini del candidato. L’obiettivo è quello di sondare il mondo interiore del candidato per capire se è effettivamente portato per quella tipologia di impiego. In genere viene utilizzato per posizioni di lavoro nell’ambito sociale ma i selezionatori utilizzano questa impostazione introspettiva per qualsiasi posizione lavorativa perché è molto efficace per scartare i candidati poco motivati. Il colloquio motivazionale ha una durata che varia da 40 minuti a un’ora e vengono sondati a fondo tutti gli aspetti psicologici del candidato. Quindi oltre a parlare del proprio percorso di studi e delle esperienze di lavoro come durante un colloquio tradizionale, al candidato verrà chiesta un’analisi anche dell’aspetto relazionale delle sue esperienze, quindi come si è comportato con colleghi, compagni e professori. Verrà chiesto espressamente come mai si vuole cambiare lavoro e che cosa ci si aspetta dalla nuova opportunità.

Colloquio telefonico

Molto spesso il colloquio telefonico è il primo contatto che l’azienda o l’agenzia di selezione ha con il candidato. Serve per fare una prima scrematura sui candidati e per valutare se il tuo curriculum ha le carte in regola per continuare nel processo di selezione. È un colloquio di lavoro a tutti gli effetti e come tale va considerato, quindi valgono più o meno le stesse regole del colloquio di persona, con la variante che il selezionatore non può vederti, quindi la tua voce è l’unico strumento che ha per valutarti. Occhio quindi al tono, dobbiamo essere sicuri di noi stessi e immaginarci come fossimo seduti davanti all’interlocutore. Se ricevi la chiamata in un momento in cui non sei tranquillo per rispondere, puoi sempre chiedere un secondo appuntamento telefonico e in questo modo avrai anche il tempo per prepararti meglio. Uno dei rischi che si incorre nel colloquio telefonico è quello di non ricordare la posizione di lavoro per la quale ci si è candidati e fare quindi una pessima figura con il selezionatore. Per ovviare a questo problema è utile tenere un file excel o una lista con tutte le offerte di lavoro per le quali ci candidiamo, in modo da tenere traccia di tutto.

Colloquio con videoconferenza

Questa tipologia di colloquio è utilizzata se il candidato è molto distante dalla sede dell’azienda, quindi soprattutto per i colloqui all’estero. A causa poi della pandemia per il Covid19, il video colloquio è diventato la tipologia predominante. Di fatto è la medesima cosa del colloquio in presenza di persona, solo che non siamo fisicamente lì ma davanti ad uno schermo. Valgono quindi le stesse regole di un colloquio dal vivo: abbigliamento curato, occhio al linguaggio del corpo ecc. Occorre essere puntuali e prestare attenzione al dispositivo che stiamo utilizzando, quindi controlliamo sempre l’audio e la webcam prima di iniziare il colloquio, in modo da evitare imbarazzanti problemi tecnici durante la videoconferenza.

Colloquio di gruppo

Il colloquio di gruppo viene spesso utilizzato dalle grandi aziende quando ci sono molti candidati da selezionare e si vuole mettere alla prova anche le capacità di lavorare in gruppo, lo spirito di squadra dei candidati o semplicemente come si comportano in un contesto sociale. In genere questa tipologia di colloquio prevede di presentarsi davanti a tutti gli altri o di eseguire lavori in gruppo. Ciò scatena parecchia ansia perché non si è al centro dell’attenzione come durante un colloquio individuale e ci si sente in concorrenza con gli altri candidati temendo di non essere all’altezza della situazione. Essere se stessi è sempre la carta vincente, quindi mai farsi prendere dal panico!

Colloquio in inglese

Se l’azienda per la quale ci siamo candidati lavora con l’estero e richiede quindi una buona conoscenza della lingua straniera, durante il colloquio verificherà le nostre conoscenze linguistiche con una conversazione in lingua. Il colloquio in inglese è quello che va per la maggiore ed è bene arrivare preparati. Ecco perché non conviene mai barare sul curriculum indicando un livello di conoscenza linguistica non veritiero! La figuraccia è praticamente dietro l’angolo, quindi dobbiamo essere sempre sinceri ed onesti. Conviene quindi preparare una presentazione di noi stessi e del nostro percorso professionale in inglese, in modo da essere preparati e avere sempre qualcosa da dire.

Assessment individuale

É una modalità di colloquio più approfondita del classico colloquio individuale, è quasi un interrogatorio per analizzare più a fondo le competenze del candidato. In genere può durare una mezza giornata ad anche un paio di giorni e si viene valutati da più persone e sotto diversi aspetti. Vengono svolti test sulla personalità e sulle abilità tecniche, attività di gruppo e casistiche specifiche di settore da sviluppare. In questo modo l’azienda testa al 100% le capacità del candidato ed ha una maggiore garanzia.

Come affrontare un colloquio di lavoro

Il nostro curriculum ha fatto centro e siamo stati contattati per sostenere un colloquio di lavoro con l’azienda. Ottima notizia! Ma adesso?

Per affrontare un colloquio di lavoro dobbiamo diventare “venditori di noi stessi”, ovvero essere abili a mettere in luce al meglio tutte le nostre migliori qualità.

Sono davvero tante le domande e i dubbi che affollano la mente di un candidato prima di un colloquio, per non parlare dell’ansia da prestazione che complica ancora di più le cose.

Farsi prendere dal panico di certo non aiuta…ecco allora qualche consiglio utile per arrivare in forma e preparati al tanto temuto colloquio di persona con il selezionatore.

  • Sii ottimista e positivo: farsi prendere subito dall’ansia non è l’atteggiamento giusto da seguire, meglio caricarsi immediatamente di energia positiva e pensare che andrà bene. Pensieri negativi come “non posso farcela”, “non sono all’altezza”, “ho paura di non sapere cosa dire e di sbagliare…” devono essere banditi dalla tua mente. Pensa piuttosto in modo ottimista e sorridendo “E se invece ce la faccio?”. Avere da subito uno stato d’animo propositivo e orientato al risultato ti aiuterà a presentarti al colloquio al meglio delle tue capacità.
  • Arriva preparato e studia l’azienda: un candidato che non si informa sull’azienda per la quale sta sostenendo un colloquio di lavoro denota subito scarsa attenzione e poca motivazione. Quindi la prima cosa da fare e andare a vedere il sito web aziendale, fare qualche ricerca su internet per capire su quali progetti sta puntando l’azienda, analizzare il settore di riferimento e perché no, andare a vedere su Linkedin chi è il selezionatore e chi sono i tuoi futuri potenziali colleghi. Tutto questo ti permette di arrivare al colloquio preparato e motivato e farai senza dubbio colpo sul selezionatore.
  • Prima del colloquio rileggi annuncio, curriculum e lettera di presentazione: fai un ripasso completo di tutte le informazioni in modo da non dimenticare nulla!
  • Non arrivare in ritardo o troppo in anticipo: arrivare troppo in anticipo comunica subito che sei una persona ansiosa mentre essere in ritardo è anche peggio perché sei inaffidabile. La soluzione ottimale è arrivare una decina di minuti prima. Se sei in ritardo chiama sempre l’azienda e avvisa scusandoti che arriverai un po’ dopo. Evita assolutamente di farti accompagnare da amici o parenti. Mentre aspetti in sala d’attesa studia l’azienda, osserva i futuri potenziali colleghi, cogli elementi utili per farti un’idea più precisa dell’ambiente di lavoro.
  • Occhio alla stretta di mano! Deve essere decisa ma non troppo (stritolare la mano del selezionatore non è una buona idea) ma non deve neanche essere troppo debole perché denota mancanza di carattere. Facciamo attenzione a non avere le mani sudate!
  • Prepara una breve presentazione di te stesso: molti colloqui di lavoro iniziano con la classica domanda “Ci parli un po’di lei…”, domanda che dice tutto e niente e viene fatta appositamente per mettere alla prova il candidato. Come si risponde nella maniera più corretta? È buona regola partire sempre dalle ultime esperienze professionali e sottolinearne i punti di forza, quello che professionalmente e umanamente abbiamo imparato e che ci ha reso la persona che siamo oggi. Non serve a nulla recitare a memoria il curriculum come se lo stessimo leggendo (il selezionatore ce l’ha davanti agli occhi e sa leggere benissimo!) ma occorre invece motivare le nostre scelte e arricchire con più dettagli il nostro percorso professionale.
  • Fai attenzione al linguaggio del corpo: hai mai pensato che non solo le parole ma anche i tuoi gesti comunicano moltissimo di te? La comunicazione non verbale è un aspetto molto importante che viene sempre considerato durante un colloquio di lavoro ma moltissimi candidati non sanno neanche della sua esistenza. Un errore molto grave che può essere fatale! Ecco i gesti da evitare assolutamente e che esprimono ansia, insicurezza e talvolta chiusura: agitare troppo le braccia e le mani mentre si parla; toccarsi naso, capelli, barba e in genere il volto; tenere le braccia conserte; non guardare negli occhi il selezionatore; sedersi in maniera non composta sulla sedia e tenere le spalle basse; tenere le mani in tasca; tamburellare sul tavolo o giocherellare con penna, orologio, bracciali, orecchini ecc. Tutti gesti che comunicano ansia e disagio e non è assolutamente l’impressione che vogliamo dare di noi, quindi non dimentichiamoci mai che anche il nostro corpo parla e dobbiamo esserne consapevoli.

Come presentarsi ad un colloquio di lavoro

Quale outfit scegliere per fare buona impressione?

Quando ci si presenta ad un colloquio di lavoro occorreprestare attenzione ad ogni dettaglio della propria persona ed il modo in cuici vestiamo va quindi scelto con grande cura. Non dobbiamo infatti dimenticareche in questa situazione l’abito fa il monaco, nel senso che laprima impressione è quella che conta e avere un aspetto curato eprofessionale è d’obbligo.

Ecco alcuni consigli per non sbagliare:

  • L’abito giusto dipende dalla tipologia di lavoro: non esiste una regola ferrea su come vestirsi al meglio per il colloquio, tutto dipende infatti dalla posizione lavorativa per la quale ci siamo candidati. Un classico ruolo impiegatizio d’ufficio richiederà abiti sobri e professionali, in linea con l’ambiente di lavoro. Diverso invece il discorso se stiamo partecipando alla selezione per una figura creativa (grafici, web designer ecc.) dove l’abbigliamento può essere molto più casual e anzi qualche dettaglio eccentrico può esprimere maggiormente la creatività.
  • Il dress code giusto per LEI: da evitare ovviamente trucco troppo pesante, scollature vistose, abiti provocanti e scarpe con tacchi troppo alti, indipendentemente dalla posizione lavorativa, il buongusto, lo stile e l’eleganza devono essere messi sempre in primo piano. Se scegliamo un abbigliamento classico (magari con qualche complemento o accessorio che     personalizzi l’outfit) non sbagliamo mai.
  • Il dress code giusto per LUI: quello che conta è dare l’idea di     ordine e sobrietà, quindi massima attenzione a barba e taglio di capelli. Come outfit andrà benissimo un completo con eventuale cravatta se ci si candida per ruoli d’ufficio con un dress code molto formale. Se invece viene richiesta meno formalità, una camicia e un pantalone abbinato non troppo casual, andranno comunque benissimo. Da evitare piercing e profumi troppo pesanti.
  • Attenzione ai colori: il nero in genere è un colore molto cupo, da utilizzare solo se il contesto lavorativo è molto formale. Meglio preferire colori dai toni più neutri e pastello ma senza esagerare perché se da una parte il nero comunica chiusura, dall’altro i colori chiari comunicano mancanza di carattere. E quindi? Il giusto sta nel mezzo creando il contrasto ottimale: scegliamo colori più scuri per pantaloni e giacche e più chiari per camicie, sotto-giacca ecc. Oppure si può creare un outfit spezzato con colori più scuri nella parte bassa e più chiari in     quella alta. Di fatto non esiste una regola precisa, quello che conta è sentirsi a proprio agio per dare il meglio di se stessi!

Gli errori da non fare mai a un colloquio di lavoro

  • Arrivare in ritardo o troppo in anticipo
  • Non curare l’outfit e l’aspetto fisico
  • Non guardare negli occhi il selezionatore
  • Gesticolare troppo, tenere le braccia conserte, toccarsi il viso ecc.
  • Perdersi in dettagli poco significativi
  • Farsi prendere dall’ansia
  • Non informarsi sull’azienda
  • Avere un atteggiamento arrogante o passivo
  • Parlare male dell’azienda o del datore di lavoro attuale o precedente


Domande al colloquio di lavoro

Cosa viene chiesto durante il colloquio di lavoro? Quali sono le domande più frequenti?

In linea di massima le domande che vengono fatte durante un colloquio di lavoro sono più o meno sempre le stesse, quindi arrivare preparati è d’obbligo. Il trucco è riflettere prima sulle domande in modo da evitare tentennamenti e figuracce davanti al selezionatore e provare il discorso ad alta voce, magari davanti allo specchio. Ecco le domande più comuni:

  1. Presentazione libera del candidatoci parli di lei! La maggior     parte dei colloqui inizia con un’auto presentazione del candidato, che quindi, come abbiamo già detto, va preparata in modo accurato. L’errore da non fare mai è quello di perdersi in dettagli insignificanti, sfruttando male il tempo a disposizione. Meglio essere sintetici e concisi, soffermandosi solo sulle esperienze lavorative più importanti e significative per il ruolo a cui aspiriamo.
  2. Pregi e difetti: sottolineare i propri punti di forza e di debolezza è una domanda classica che dobbiamo sempre aspettarci ad un colloquio di lavoro. Anche in questo caso occorre essere già preparati e sapere cosa dire: la regola fondamentale da seguire è la sincerità, essere sempre se stessi senza peccare di presunzione. In genere vengono chiesti 3 pregi e 3 difetti. Non dobbiamo temere di mostrare i nostri punti di debolezza, in fin dei conti siamo umani e nessuno di noi è     perfetto, e poi talvolta possono trasformarsi in un’opportunità. Ad esempio, se siamo molto precisi e meticolosi nel lavoro, magari quello che per noi è un difetto, per il selezionatore è proprio la qualità che sta cercando.
  3. Perché vuole cambiare lavoro? A questa domanda bisogna prestare grande attenzione perché si corre in rischio di parlare male del posto di lavoro che vogliamo lasciare, o peggio del proprio titolare. Quindi mai e poi mai commentare negativamente il proprio lavoro attuale! La risposta corretta da dare è perché ci sentiamo pronti ad intraprendere una nuova sfida professionale per crescere lavorativamente e     umanamente.
  4. Come mai vorrebbe lavorare nella nostra azienda? Per rispondere correttamente a questa domanda occorre essersi informati in maniera approfondita sull’azienda, sul suo settore di riferimento e sui progetti attuali e futuri su cui sta lavorando. Non basta dire che pensiamo di poter fare un buon lavoro, dobbiamo fornire quel valore aggiunto che ci fa spiccare sopra tutti gli altri candidati: dobbiamo offrire soluzioni concrete che portino risultati futuri.
  5. Quali obiettivi ha raggiunto fino ad oggi? Qual è la sfida più difficile che ha affrontato e come l’ha superata? Il motivo per cui potrebbero essere fatte queste domande è per capire meglio se le qualità professionali del candidato sono in linea con gli obiettivi dell’azienda ed inoltre se ha capacità di problem solving. Ovviamente occorre essere sempre sinceri e dimostrare di aver saputo imparare dai propri successi ma anche dai propri errori.
  6. Quali sono i suoi obiettivi di carriera? Questa domanda permette al selezionatore di capire quali sono le nostre reali aspirazioni professionali attuali e future. Se ci candidiamo per un ruolo in cui non è previsto uno scatto di carriera, dire che ambiamo ad ottenere di più non farà di noi il candidato giusto, perché anche se abbiamo tutte le qualità in regola per quel lavoro, nel momento in cui ci sentiremo     arrivati, vorremmo cambiare nuovamente lavoro. Se invece è prevista una crescita di ruolo, dimostrarsi ambiziosi e intraprendenti è senza dubbio una qualità apprezzata.
  7. Perché dovremmo scegliere proprio lei? Con questa domanda, che in genere viene posta alla fine del colloquio, ci giochiamo tutto e abbiamo la possibilità di convincere al 100% l’azienda a scegliere noi piuttosto che un altro candidato. In che modo? Ovviamente mettendo in risalto ciò che ci rende unici rispetto agli altri, quindi i nostri punti di forza e il valore aggiunto che la nostra esperienza professionale potrebbe portare all’azienda. Questa domanda ha anche lo scopo di valutare quanto il tuo profilo è in linea con la cultura     aziendale e con il suo metodo di lavoro, per capire quindi se sei la persona giusta e come ti comporterai quotidianamente, anche con i tuoi futuri colleghi.
  8. Ha qualche domanda? Alla fine del colloquio in genere viene posta questa domanda al candidato e rispondere NO denota mancanza di curiosità e interesse. È bene quindi prepararsi almeno una domanda pronta in merito alla posizione lavorativa o all’azienda. In alternativa puoi sempre chiedere quali saranno le tempistiche per avere un feedback e quale sarà il prossimo step del processo di selezione.

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