17/7/2025
European Accessibility Act: Guida essenziale per le PMI
L'EAA rappresenta un'evoluzione fondamentale nel panorama normativo europeo, trasformando l'accessibilità da una questione etica a un obbligo legale con impatti significativi per le PMI italiane. La direttiva impone un'azione immediata e strategica.

Cos'è l'European Accessibility Act (EAA)?
L'European Accessibility Act (EAA), formalmente Direttiva UE 2019/882, rappresenta un pilastro fondamentale della legislazione europea, entrata in vigore nell'aprile 2019. Il suo obiettivo primario è duplice: migliorare il funzionamento del mercato interno dell'Unione Europea e promuovere l'inclusione sociale. La direttiva mira a rimuovere le barriere create da norme di accessibilità divergenti tra gli Stati membri, favorendo così un mercato più armonizzato per prodotti e servizi accessibili. Questa armonizzazione è concepita per facilitare il commercio transfrontaliero, riducendo i costi per le imprese e ampliando il loro potenziale di mercato.
Al di là degli evidenti benefici economici, l'EAA incarna un profondo impegno sociale. La direttiva è stata concepita per garantire che le persone con disabilità e gli anziani abbiano un accesso più ampio e facilitato a prodotti e servizi essenziali, promuovendo la loro piena e paritaria partecipazione nella società. Questo impegno si allinea strettamente con i principi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, un trattato internazionale ratificato dalla maggior parte degli Stati membri dell'UE. La direttiva, quindi, non è solo un mandato sui diritti umani, ma anche un motore economico, trasformando l'accessibilità da un mero costo a un investimento strategico che apre nuove basi di clienti e semplifica le operazioni a lungo termine aderendo a standard unificati.
Perché l'EAA è cruciale per le PMI italiane
Per le Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane, l'EAA assume un'importanza particolare. L'Italia vanta già un quadro legislativo avanzato in materia di accessibilità, con normative come la Legge 67/2006 e il Decreto Legislativo 82/2022 che hanno anticipato in alcuni casi le direttive comunitarie. Ad esempio, una modifica al decreto legge "Semplificazioni" nel 2020 ha esteso le norme sull'accessibilità ICT anche alle grandi imprese, dimostrando una posizione proattiva del paese.
Questa specificità implica che le PMI italiane potrebbero già essere soggette a determinati requisiti di accessibilità o affrontare interpretazioni e applicazioni più stringenti rispetto alle controparti in altri paesi che si limitano a soddisfare i requisiti minimi dell'EAA. Di conseguenza, le imprese italiane non possono permettersi di ritardare la conformità, poiché il quadro legislativo nazionale è già robusto e allineato o addirittura in anticipo rispetto all'EAA in alcuni aspetti, richiedendo un approccio più urgente e completo all'accessibilità digitale all'interno del mercato italiano.
Da quando si dovranno rispettare i requisiti dell’EAA?
La data del 28 giugno 2025 è un appuntamento cruciale per tutte le imprese interessate dall'EAA. Entro questa data, i prodotti e servizi rilevanti immessi sul mercato dell'UE dovranno rispettare i requisiti di accessibilità definiti dalla direttiva. Sebbene gli Stati membri abbiano avuto tempo fino al 28 giugno 2022 per adottare e pubblicare le leggi nazionali di recepimento, l'obbligo di applicazione per le imprese decorre dal 2025.
È importante notare che la direttiva prevede alcuni periodi di transizione specifici per determinate categorie. Ad esempio:
- La conformità per il numero unico di emergenza europeo 112 può essere ritardata fino al 28 giugno 2027.
- Ai fornitori di servizi le cui strutture erano già legalmente utilizzate prima del 28 giugno 2025, può essere concesso un periodo aggiuntivo di cinque anni, estendendo la scadenza al 28 giugno 2030.
- I terminali self-service, infine, possono continuare a funzionare fino alla fine della loro vita economica, ma non oltre 20 anni dalla loro entrata in servizio.
Queste scadenze scaglionate indicano un approccio pragmatico all'implementazione, riconoscendo le sfide tecniche e finanziarie in alcune aree. Tuttavia, questa complessità può generare confusione o un falso senso di sicurezza se le imprese non verificano attentamente quali scadenze si applicano alle loro specifiche offerte. È quindi fondamentale che le PMI che offrono una vasta gamma di prodotti o servizi esaminino meticolosamente le scadenze specifiche per ciascuna categoria per evitare la non conformità.

Ambito di Applicazione per le Imprese
L'European Accessibility Act si applica a un'ampia gamma di aziende che operano all'interno dell'Unione Europea. Tuttavia, è fondamentale comprendere l'importante esenzione prevista per le microimprese.
Una microimpresa è definita in modo rigoroso: deve impiegare meno di 10 persone e avere un fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro o un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro. È cruciale sottolineare la natura cumulativa di questi criteri. Molte PMI potrebbero rientrare nel conteggio dei dipendenti ma superare le soglie finanziarie, perdendo così l'esenzione.
Le microimprese che forniscono servizi sono completamente esentate dall'obbligo di conformità ai requisiti di accessibilità previsti dalla direttiva. Per quanto riguarda i prodotti, l'esenzione per le microimprese è parziale. È quindi indispensabile che le PMI verifichino attentamente se si qualificano effettivamente per l'esenzione basandosi su entrambi i criteri (numero di dipendenti e metriche finanziarie). Presumere un'esenzione basandosi solo sul numero di dipendenti potrebbe esporre l'azienda a sanzioni significative. Anche le microimprese, sebbene esentate dagli obblighi diretti, sono incoraggiate a rendere i loro prodotti e servizi accessibili, riconoscendo l'accessibilità come un vantaggio strategico che contribuisce a un ecosistema digitale più inclusivo.
Prodotti e servizi specifici interessati
L'EAA copre una vasta gamma di prodotti e servizi che sono stati identificati come i più importanti per le persone con disabilità e quelli che più probabilmente presentano requisiti di accessibilità divergenti tra i paesi dell'UE. Questo ampio ambito indica un cambiamento sistemico verso il design universale, ben oltre la semplice accessibilità dei siti web.
I prodotti coperti includono:
- Computer e sistemi operativi, inclusi dispositivi come desktop, laptop, smartphone e tablet.
- Sportelli automatici (ATM), terminali POS, macchine per biglietteria e check-in (definiti come terminali self-service).
- Telefoni e smartphone e le relative apparecchiature.
- Apparecchiature TV e quelle relative ai servizi di televisione digitale.
- Lettori di e-book (e-reader) e gli stessi e-book.
I servizi coperti includono:
- Servizi di comunicazione elettronica, ad eccezione di quelli esclusivamente dedicati a comunicazioni macchina-macchina.
- Servizi che forniscono accesso a servizi di media audiovisivi, come le trasmissioni televisive.
- Servizi di trasporto passeggeri, che comprendono trasporti aerei, autobus, ferroviari e per vie navigabili, incluse le informazioni di viaggio in tempo reale, i sistemi di biglietteria e il check-in.
- Servizi bancari al consumatore, inclusi ATM, servizi di pagamento e banking online.
- Servizi di commercio elettronico (e-commerce), comprese piattaforme di vendita online e applicazioni mobili.
- Siti web e applicazioni mobili in generale.
È importante sottolineare che la legislazione non distingue tra prodotti fabbricati all'interno dell'UE e quelli provenienti dall'esterno; tutti i prodotti venduti nell'Unione Europea devono essere conformi all'EAA. Questo requisito crea un effetto a catena globale per gli standard di accessibilità, poiché le aziende con sede in qualsiasi parte del mondo che desiderano accedere al mercato dell'UE devono aderire a questi standard.
Per le PMI italiane, ciò significa che la loro catena di approvvigionamento e qualsiasi partner internazionale devono essere consapevoli e conformi a tali standard, garantendo che i componenti o i servizi provenienti da fuori dell'UE non creino lacune di conformità.
Le imprese, specialmente quelle che operano su più punti di contatto (ad esempio, una banca con servizi online, bancomat e filiali fisiche), devono adottare una mentalità di "design per tutti" in tutto il loro ecosistema di erogazione dei servizi. La conformità non può essere isolata al dipartimento IT, ma deve essere integrata nella progettazione dei prodotti, nella progettazione dei servizi e persino nelle considerazioni sull'infrastruttura fisica. Questo approccio olistico non solo garantisce la conformità, ma crea anche un vantaggio competitivo per le aziende che integrano proattivamente l'accessibilità nella loro strategia principale.

I Requisiti di Accessibilità
L'EAA stabilisce standard minimi di accessibilità per i prodotti e i servizi coperti. La direttiva adotta un approccio basato sui "requisiti funzionali", definendo "cosa" deve essere accessibile piuttosto che prescrivere soluzioni tecniche dettagliate su "come" renderlo accessibile. Questo approccio è strategico per rendere la direttiva a prova di futuro e incoraggiare l'innovazione, evitando che le norme diventino rapidamente obsolete a causa dell'evoluzione tecnologica. Le PMI dovrebbero quindi concentrarsi sul risultato dell'accessibilità – rendere prodotti e servizi realmente utilizzabili dalle persone con disabilità – piuttosto che aderire rigidamente a una lista di controllo di specifiche tecniche.
Nonostante l'approccio funzionale, l'EAA fa riferimento a standard tecnici specifici che fungono da benchmark per la conformità. Le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) 2.1 Livello AA sono ampiamente riconosciute come il modo migliore per le organizzazioni per iniziare a garantire la conformità all'EAA. A queste si affianca lo standard armonizzato europeo di accessibilità
EN 301 549, che definisce i "requisiti di accessibilità idonei per l'appalto pubblico di prodotti e servizi ICT in Europa". È importante notare che lo standard EN 301 549 è in fase di aggiornamento per includere le WCAG 2.2, segnalando che il panorama tecnico per l'accessibilità non è statico.
Ciò implica che la conformità non è una soluzione una tantum, ma un processo continuo che richiede monitoraggio e adattamento costanti. Le PMI devono integrare il monitoraggio dell'accessibilità e gli aggiornamenti nei loro cicli regolari di sviluppo e manutenzione.
Esempi pratici di implementazione per siti web e servizi digitali
Per raggiungere la conformità, le imprese devono implementare una serie di requisiti pratici che si estendono ben oltre la semplice interfaccia digitale, abbracciando l'intero percorso del cliente.
Per i prodotti, le imprese devono:
- Progettare e fabbricare i prodotti per massimizzare il loro utilizzo da parte delle persone con disabilità.
- Fornire istruzioni per l'uso e la manutenzione che siano accessibili e facilmente comprensibili.
- Garantire che l'imballaggio e i servizi di supporto siano accessibili, considerando anche le informazioni di sicurezza.
- Fornire una chiara identificazione dei prodotti e i loro dati di contatto.
- Assicurare che i prodotti rechino il marchio CE, indicando la conformità agli standard europei.
Per i servizi, i requisiti includono:
- Garantire che siti web e app mobili siano accessibili, con un'attenzione particolare alla percezione, operabilità e comprensibilità.
- Fornire informazioni sulle funzionalità del servizio in formati accessibili.
- Offrire sistemi di supporto clienti che soddisfino le esigenze delle persone con disabilità.
- Assicurare che i contenuti siano chiari, semplici, diretti e strutturati gerarchicamente.
- Utilizzare un buon contrasto cromatico e font leggibili per facilitare la lettura.
- Garantire la navigazione completa tramite tastiera per tutte le funzionalità.
- Fornire testo alternativo descrittivo per le immagini e sottotitoli o trascrizioni per contenuti audio e video.
- Garantire la compatibilità con tecnologie assistive, come screen reader e apparecchi acustici.
- I sistemi di comunicazione di emergenza devono essere accessibili tramite più mezzi, come testo, voce o video.
- I sistemi biometrici, se utilizzati, necessitano di metodi di autenticazione alternativi.
Come rendere un sito conforme all’Accessibility Act?
Rendere un sito conforme all’Accessibility Act significa adottare un approccio progettuale inclusivo, che garantisca l’accesso ai contenuti e alle funzionalità a tutte le persone, comprese quelle con disabilità. Il punto di partenza è un audit di accessibilità, indispensabile per individuare eventuali barriere: assenza di testi alternativi, contrasti cromatici inadeguati, difficoltà di utilizzo tramite screen reader o tastiera.
I principali interventi da attuare possono essere riassunti in sette passaggi fondamentali:
- Effettuare un audit di accessibilità: Valutare il sito con strumenti automatici e analisi manuali per verificarne la conformità alle linee guida WCAG. Esaminare attentamente elementi come contrasti visivi, testi alternativi, navigazione da tastiera e compatibilità con screen reader.
- Analizzare e ottimizzare la struttura del codice: Garantire una gerarchia semantica corretta e l’etichettatura adeguata di moduli, pulsanti e componenti interattivi.
- Rendere accessibili i contenuti multimediali: Aggiungere descrizioni testuali per immagini, infografiche e video; fornire trascrizioni per file audio e sottotitoli sincronizzati per i video.
- Migliorare la navigazione: Consentire l’uso completo del sito tramite tastiera, rendere sempre visibile il focus e assicurare una navigazione logica e coerente.
- Verificare i documenti scaricabili: Garantire che PDF, brochure e altri file siano accessibili anche attraverso tecnologie assistive.
- Formare il team: Sensibilizzare e formare sviluppatori, designer e redattori sui principi e sulle pratiche dell’accessibilità digitale.
- Redigere la dichiarazione di accessibilità: Pubblicare una dichiarazione ufficiale di conformità, in linea con le direttive europee, che espliciti il livello di accessibilità raggiunto e le eventuali aree di miglioramento.
Per le PMI, l’Accessibility Act non rappresenta solo un obbligo normativo, ma un’importante leva strategica. Un sito accessibile riduce il rischio di sanzioni e migliora l’immagine aziendale, ampliando al contempo la platea di utenti potenziali e offrendo un’esperienza migliore a tutti i visitatori, senza esclusioni.
La conformità richiede un'attenzione non solo ai siti web e alle app, ma all'intero ecosistema di prodotti e servizi, inclusi terminali fisici, imballaggi e servizi di supporto. L'approccio dell'EAA, che si concentra sui requisiti funzionali piuttosto che su soluzioni tecniche dettagliate, promuove l'innovazione e richiede un impegno continuo nel monitoraggio e nell'adattamento agli standard in evoluzione come le WCAG 2.2.
Per le PMI, l'accessibilità non è più un'opzione, ma un principio fondamentale per la crescita, l'innovazione e la responsabilità sociale, essenziale per un futuro digitale più equo e inclusivo.