1/12/2025

Data:

Uso personale dell’AI: diffusione, rischi e strategie di governance

L’IA è fondamentale nella vita quotidiana, migliora la produttività e personalizzazione, ma presenta rischi per la privacy e la cognizione. Un uso sostenibile richiede un'utenza informata, un design responsabile e una governance normativa adeguata.

uso-personale-dellai-diffusione-rischi-e-strategie-di-governance

L’intelligenza artificiale (IA) è ormai parte integrante della vita quotidiana, sia sul lavoro sia in ambito domestico. Studi recenti confermano come l’uso personale di chatbot e assistenti virtuali abbia superato quello professionale: circa il 70% delle interazioni con sistemi di IA come ChatGPT avviene per fini non lavorativi. Gli utenti utilizzano questi strumenti per attività semplici – dalla ricerca di informazioni alla stesura di testi o all’organizzazione di impegni – godendo di benefici in termini di produttività e personalizzazione. Tuttavia, tale pervasività porta con sé rischi significativi: dalla tutela della privacy fino agli effetti sulla capacità cognitiva dell’individuo. Per un uso sostenibile dell’IA, quindi, occorrono un approccio informato da parte degli utenti, un design responsabile da parte degli sviluppatori e una governance adeguata a livello normativo.

Vantaggi e rischi dell’AI in ambito domestico

L’adozione di strumenti di IA in casa offre numerosi vantaggi: ottimizza attività ripetitive (scrittura di email, pianificazione di viaggi, creazione di checklist) e fornisce supporto immediato per risolvere dubbi o apprendere nuovi concetti. Questi benefici, tuttavia, coesistono con criticità da non sottovalutare:

  • Privacy e protezione dei dati – L’uso personale di IA comporta spesso la condivisione di informazioni sensibili con piattaforme di terze parti. È fondamentale valutare con attenzione le politiche di gestione dei dati e i termini di servizio: il Regolamento UE 2016/679 (GDPR) tutela i cittadini vietando decisioni “bypassate” da unicamente algoritmi automatizzati (art. 22). In pratica, gli utenti devono conservare controllo e consapevolezza sui dati personali inseriti nelle conversazioni con l’IA.
  • Dipendenza cognitiva – L’uso passivo e non critico dell’IA può intaccare creatività e capacità di ragionamento autonome. Analisi accademiche parlano di un crescente “debito cognitivo”: affidarsi sempre allo strumento riduce l’impegno mentale richiesto, potenzialmente causando una dipendenza cognitiva. Gli utenti rischiano di appiattire il proprio pensiero critico e di delegare decisioni quotidiane all’algoritmo, indebolendo abilità di problem solving e approfondimento.
  • Affidabilità delle informazioni – I modelli linguistici possono generare risposte sbagliate, incomplete o parzialmente fuorvianti. Senza un atteggiamento critico, chi utilizza l’IA può essere esposto a errori o disinformazione. È quindi essenziale verificare le fonti e incrociare le informazioni ottenute, soprattutto quando si tratta di questioni delicate (sanità, finanza, consulenza legale, ecc.).
  • Uso malevolo e sicurezza informatica – L’IA personale può essere sfruttata anche in senso negativo. Il cosiddetto MUAI (Malicious Use of AI) riunisce tecniche come deepfake, social engineering avanzato e truffe automatizzate. Per esempio, chatbot malevoli potrebbero indurre un utente in errore o facilitare l’hacking dei sistemi domestici. Studi recenti evidenziano come l’IA stia elevando i rischi cyber a nuovi livelli di complessità, richiedendo maggiore attenzione anche alla sicurezza delle reti e dei dispositivi personali.

Buone pratiche per un uso consapevole

Affinché l’IA personale resti un alleato anziché una fonte di rischi, è indispensabile adottare alcune pratiche consapevoli:

  • Educazione digitale – Sviluppare competenze di base sull’IA aiuta a comprendere le sue potenzialità e i suoi limiti. Comprendere che i risultati di un modello linguistico derivano da dati di addestramento e algoritmi statistici stimola un utilizzo più ponderato.
  • Verifica delle fonti – Non dare per scontato ogni risposta generata. Verificare le informazioni tramite fonti affidabili o chiedere conferme a esperti permette di evitare errori di percezione.
  • Controllo delle impostazioni – Molti servizi di IA consentono di regolare impostazioni di privacy, cancellazione della cronologia o livelli di confidenzialità. Usare meccanismi come l’autenticazione a due fattori, password sicure e, se possibile, account distinti per attività personali e professionali riduce il rischio di uso improprio.
  • Design responsabile – Dal lato degli sviluppatori, l’interfaccia e le funzionalità devono essere progettate pensando all’utente medio. Per esempio, evidenziare le limitazioni del modello (come potrebbe accadere attraverso disclaimer espliciti) e permettere un controllo umano prima di compiere azioni critiche.
  • Aggiornamenti e manutenzione – Come per qualsiasi tecnologia, anche i software di IA necessitano di aggiornamenti regolari per correggere vulnerabilità e migliorare la sicurezza. Adottare versioni aggiornate e strumenti certificati riduce i rischi di attacchi informatici.

Inquadramento normativo e responsabilità istituzionale

La diffusione dell’IA personale ha spinto autorità ed enti normativi a intervenire per armonizzare innovazione e tutela dei cittadini. Tra i riferimenti normativi più rilevanti si annoverano:

  • Regolamento UE sull’Intelligenza Artificiale (AI Act) – Approvato nel 2024, detta requisiti graduali a seconda dei rischi associati ai sistemi IA. Ad oggi è già recepito da diversi Paesi europei. In Italia, la Legge 132/2025 attua i principi dell’AI Act, imponendo alle imprese l’aggiornamento del Modello 231 (il sistema di gestione della responsabilità penale d’impresa) e introducendo sanzioni per usi non etici dell’IA. Ciò significa che anche nell’uso personale si colloca in un quadro di doveri a tutela della collettività e dei diritti individuali.
  • Protezione dei dati personali (GDPR) – L’uso di applicazioni IA coinvolge spesso dati sensibili: ad esempio, una conversazione che rivela informazioni mediche o economiche. Il Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sancisce che non si possono prendere decisioni significative basate unicamente su elaborazioni automatiche. Questa norma garantisce all’utente il diritto di ottenere l’intervento umano e di contestare i risultati di un algoritmo, ribadendo che il controllo umano finale rimane imprescindibile in processi che riguardano dati personali.
  • Deontologia e linee guida – Oltre alla legge, organismi internazionali hanno elaborato principi guida. L’UNESCO, ad esempio, promuove standard etici per l’IA (equità, trasparenza, tutela della privacy), incoraggiando i governi ad educare i cittadini e a incentivare la ricerca responsabile. Analoghe raccomandazioni provengono dall’OCSE e dalla Commissione Europea che sollecitano allenze pubblico-privato per diffondere la “digital literacy” sull’IA.

In sintesi, il legislatore richiede che aziende e istituzioni assicurino un uso etico dell’IA, ma anche gli utenti hanno un ruolo attivo: seguire regole di base e prassi di sicurezza permette di minimizzare i pericoli. Ad esempio, la legge italiana spinge le imprese a prevedere «formazione sull’uso consapevole dell’IA» all’interno dei piani di compliance.

L’adozione di intelligenza artificiale nell’ambito personale è destinata a crescere ulteriormente. Per cogliere appieno i vantaggi (maggiore efficienza, accesso rapido alle conoscenze, supporto alle decisioni quotidiane) senza esserne sopraffatti, è fondamentale un equilibrio consapevole. Ciò richiede che utenti, sviluppatori e istituzioni cooperino:

  • Gli utenti devono informarsi e usare l’IA in modo critico, riconoscendone i limiti.
  • Gli sviluppatori devono integrare principi di privacy by design e trasparenza, introducendo controlli umani là dove possibile.
  • Le istituzioni hanno il compito di aggiornare costantemente il quadro normativo (come già fatto con l’AI Act) e promuovere iniziative di alfabetizzazione digitale.

Solo con questo approccio multilivello sarà possibile governare in modo efficace i rischi connessi all’uso personale dell’AI, preservando la privacy e l’autonomia cognitiva dei cittadini, in linea con le attuali disposizioni normative europee e italiane.

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Rimani sempre aggiornato e ricevi novità e consigli utili.

Grazie per esserti iscritto alla nostra newsletter.
Ops! Qualcosa è andato storto.

Copyright ©2025 e-cons.it

E-CONS S.R.L.– Via del Lavoro 4 – 35040 Boara Pisani (PD) Tel: 0425-485621 – P.IVA – C.F. – Registro Imprese di Padova N. 01171060294 -PEC: e-cons@legalmail.it – Codice SDI: SUBM70N — Capitale Sociale 25.500 i.v.