3/6/2025

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L’intelligenza artificiale e lavoro: 7 azioni per applicare l’AI Act

L’IA è già presente nelle aziende, spesso in modo silenzioso. Dagli algoritmi per selezionare il personale ai sistemi che monitorano e valutano le performance. Tuttavia, quando la tecnologia automatizza decisioni che incidono sui diritti dei lavoratori, i rischi sono altissimi.

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Con l’entrata in vigore del Regolamento UE 2024/1689 (AI Act), l’Europa pone l’accento sulla responsabilità nell’uso dell’intelligenza artificiale, definendo “ad alto rischio” tutti i sistemi che influenzano i rapporti di lavoro. Per le aziende, si tratta di passare dalla sperimentazione all’applicazione consapevole. Ma come farlo, davvero?

Perché l’AI nel lavoro è un rischio da non sottovalutare

Secondo l’AI Act, sono considerati ad alto rischio i sistemi utilizzati per:

  • Assunzione e selezione del personale (screening automatizzati, annunci mirati, valutazioni algoritmiche);
  • Gestione del personale (decisioni su promozioni, licenziamenti, task assignment, tracciamento comportamentale).

Le tre principali falle nella conformità normativa

Nell’applicazione concreta dell’AI Act, molte aziende incontrano criticità dovute a:

  1. Sovrapposizione normativa: AI Act, GDPR, NIS 2 e diritto del lavoro si intrecciano. Chi è responsabile? Qual è la base giuridica? Serve una DPIA? Le risposte spesso non sono chiare.
  1. Governance debole o assente: senza un coordinamento tra HR, IT, DPO, CISO e Legal, i progetti AI rischiano di svilupparsi senza regole, tracciabilità né controllo.
  1. Cybersecurity trascurata: attacchi come il data poisoning o l’esfiltrazione dei modelli possono compromettere i sistemi AI, esponendo le aziende a rischi critici.

Queste fragilità possono trasformare un’innovazione tecnologica in un rischio sistemico, se non affrontate con metodo.

Le 7 mosse per applicare (davvero) l’AI Act nel lavoro

Per costruire un’AI governance efficace, servono scelte operative concrete. Ecco sette azioni strategiche per un’applicazione responsabile dell’AI nei contesti aziendali:

1. Mappare e classificare i sistemi AI

Censire ogni tecnologia AI in uso: finalità, base giuridica, dati trattati, soggetti coinvolti e livello di rischio. Conoscere è il primo passo per regolare.

2. Integrare AI Act e GDPR

Non servono due analisi separate. È necessario un approccio integrato che contempli diritti, sicurezza, sorveglianza e impatti etici in un unico processo valutativo.

3. Coinvolgere la governance fin da subito

DPO, IT, HR, Legal e CISO devono essere parte attiva già in fase progettuale. Ruoli, responsabilità e procedure vanno formalizzati.

4. Garantire una supervisione umana reale

L’intervento umano dev’essere concreto e tempestivo, non formale. Chi controlla deve avere la possibilità di correggere o fermare il sistema se necessario.

5. Applicare la cybersecurity by design

Trattare ogni AI come asset digitale critico: audit trail, monitoraggio, resilienza ai cyber attacchi e controlli di sicurezza devono essere progettati fin dall’inizio.

6. Informare e coinvolgere i lavoratori

Trasparenza totale: comunicare in modo chiaro e accessibile. Coinvolgere le rappresentanze e garantire diritti e partecipazione sono prerequisiti di fiducia.

7. Costruire un AI Compliance File

Predisporre un fascicolo tecnico-giuridico aggiornato che documenti progettazione, test, controlli e misure di mitigazione. È il cuore dell’accountability.

La vera innovazione sta nel saper dire “come”, non solo “cosa” - Con queste poche righe ho cercato di dimostrare come l’AI Act imponga di governare l’AI nel contesto lavorativo con intelligenza.

Chi implementa l’AI deve essere consapevole che ogni algoritmo è una leva di potere in quanto agisce sulle persone, orienta le decisioni e genera conseguenze.

Quindi non è possibile applicare regole in automatico. Bisognerebbe invece costruire un metodo solido, documentabile, condiviso, che metta insieme innovazione e responsabilità.

Solo così l’intelligenza artificiale potrà produrre valore senza fare male alle persone.

L’AI nel lavoro va governata con metodo, non solo con regole

L’AI Act non è solo un regolamento da rispettare: è una sfida culturale e organizzativa. Ogni algoritmo agisce su persone, orienta decisioni, genera conseguenze. Per questo servono metodi solidi, documentabili e condivisi, capaci di coniugare innovazione e responsabilità.

Solo così l’intelligenza artificiale potrà generare valore reale senza danneggiare le persone.

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