11/9/2025
Cosa Non Scrivere nel Curriculum vitae? Errori da evitare
Il curriculum è il tuo primo contatto con il mondo del lavoro e deve raccontare in modo chiaro chi sei e cosa sai fare. Ma basta poco per commettere errori che fanno scartare la candidatura. Se invii tanti CV senza risultati, forse il problema è lì. In questa guida trovi gli errori comuni da evitare e consigli pratici per migliorare il tuo cv.

L’obiettivo è aiutare soprattutto giovani e adulti che vogliono (re)intrare nel mondo del lavoro, adottando un tono formale ma semplice. Prendi il tuo CV e verifica punto per punto se hai commesso qualcuno di questi errori e come correggerlo subito.
Dati personali, contatti e trattamento dati mancanti
La sezione dei dati personali va curata nei minimi dettagli. Nome, cognome, telefono e email devono essere presenti, aggiornati e senza errori. Un recapito errato o mancante può costare caro: se il telefono ha una cifra sbagliata o manca il prefisso internazionale, l’azienda non potrà contattarti.
Lo stesso vale per l’email: assicurati che sia professionale, preferibilmente formata da nome e cognome (es. mario.rossi@gmail.com), evitando soprannomi o nomignoli poco seri. Ad esempio, un indirizzo come lupetto90@email.com darà un’impressione infantile e potrebbe perfino finire nello spam dei recruiter, meglio usare qualcosa tipo nome.cognome@email.com.
Un altro errore grave è dimenticare l’autorizzazione al trattamento dei dati personali. In Italia, senza la formula di autorizzazione (aggiornata alle normative vigenti GDPR), i selezionatori non possono legalmente usare i tuoi dati di contatto né inserire il CV nel loro database. Questo significa che, anche se sei il candidato ideale, il tuo CV verrà cestinato se manca questa dicitura obbligatoria.
Assicurati dunque di includere nel CV la frase di autorizzazione ai dati (es. “Autorizzo il trattamento dei dati personali contenuti nel presente CV ai sensi del D.lgs. 196/2003 e dell’art. 13 GDPR (Reg. UE 2016/679).”) e di aggiornarla in base alle leggi correnti.
Presentazione personale: foto e profili social non pertinenti
Oltre al testo, anche gli elementi visivi e la presenza online possono influire sulla prima impressione. Inserire una foto nel CV è prassi comune, ma attenzione: una foto sbagliata può danneggiarti. Evita immagini sconvenienti: niente selfie al mare in costume, niente foto di gruppo o situazioni di svago. La foto deve trasmettere un’immagine affidabile e professionale.
Esempio pratico: una foto tipo tessera, con sfondo neutro e abbigliamento curato, magari la stessa della carta d’identità o del passaporto, sarà perfetta. Un leggero sorriso può renderti più simpatico senza togliere professionalità. Al contrario, una foto di te in discoteca con amici rischia di far pensare che tu non prenda sul serio la candidatura.
Anche i social network personali meritano attenzione. Molti candidati inseriscono nel CV link al proprio profilo LinkedIn – ottima idea – o ad altri social. Tuttavia, includere account social non professionali o con contenuti inappropriati è un errore da evitare. Se menzioni un profilo social, verifica che non contenga foto o post imbarazzanti, offensivi o in contrasto con i valori dell’azienda.
Ad esempio, il tuo profilo Facebook pieno di meme volgari o foto goliardiche non dovrebbe essere collegato al CV. Meglio indicare solo LinkedIn (che in ambito lavorativo è generalmente sufficiente) e magari GitHub o portfolio online se pertinenti al ruolo. Imposta la privacy degli altri account personali, così eventuali contenuti privati non saranno visibili ai recruiter.
Ricorda: i selezionatori spesso controllano la reputazione online dei candidati, dunque assicurati che la tua “immagine digitale” sia coerente con il profilo professionale che vuoi mostrare.
Errori di ortografia e grammatica
Un CV con errori di ortografia o grammatica lancia un segnale pessimo ai selezionatori. Trattandosi di un documento breve e formale, anche un solo errore viene notato e fa pensare che tu non abbia prestato attenzione o, peggio, non conosca bene la lingua. Un recruiter che trova refusi o typo nel testo probabilmente considererà il candidato poco preciso e superficiale. Questo può bastare a scartare immediatamente il CV, indipendentemente dalle esperienze lavorative elencate.
Per evitare questi errori banali ma fatali, ricontrolla scrupolosamente il CV prima di inviarlo. Ecco alcuni accorgimenti pratici:
- Rileggi il CV ad alta voce – leggere il testo con calma, pronunciandolo, ti aiuterà a notare storture sintattiche o refusi che a occhi “mentali” possono sfuggire.
- Usa gli strumenti di controllo ortografico del tuo programma di scrittura (Word, Google Docs, ecc.) per intercettare i refusi più evidenti.
- Chiedi a una seconda persona di revisionare il CV – un amico, un familiare o, meglio ancora, qualcuno con esperienza professionale. Spesso un paio d’occhi esterni colgono errori o frasi poco chiare che l’autore non nota.
Inoltre, presta attenzione ai dettagli linguistici: correggi accenti, apostrofi, punteggiatura, e verifica i tempi verbali (ad esempio mantieni lo stesso tempo passato o presente nella descrizione delle esperienze). Una bozza impeccabile sotto il profilo linguistico dimostra cura e professionalità, e ti darà un vantaggio sui candidati meno attenti.
Struttura e formattazione sbagliata
Un errore spesso sottovalutato è presentare un CV confuso e disorganizzato. I selezionatori dedicano in media pochi secondi a una prima lettura di ciascun CV, quindi la chiarezza espositiva è fondamentale. Se il tuo curriculum ha un aspetto disordinato o pesante da leggere, rischia di finire subito nel cestino. Assicurati che la struttura sia logica e la grafica pulita:
- Sezioni ben definite: Suddividi le informazioni in sezioni standard (Dati personali, Esperienze professionali, Formazione, Competenze, etc.) seguendo un ordine logico. Ad esempio, non mescolare esperienze lavorative e formazione nella stessa lista, e se hai esperienza professionale non mettere prima il titolo di studio: il CV deve poter essere letto in maniera schematica e prevedibile.
- Formattazione coerente: Usa un solo font professionale, di dimensione leggibile, e uno schema di colori sobrio (meglio limitarsi al bianco e nero o pochi toni neutri). Evidenzia i titoli delle sezioni o le informazioni chiave (es. nomi delle aziende, ruoli ricoperti, date) con un uso moderato di grassetto o maiuscoletto. Evita caratteri stravaganti, eccesso di corsivo, o grafiche troppo creative che distraggono dalla sostanza.
- Niente “muri di testo”: Un CV non è un tema. Non scrivere paragrafi lunghissimi; è preferibile usare elenchi puntati per descrivere mansioni e risultati sotto ogni esperienza, così da facilitare una lettura rapida. Lascia spaziatura tra le sezioni e tra i vari elementi, in modo che ogni sezione risulti visivamente separata. Se hai molte informazioni, puoi anche organizzare i dati su due colonne per sfruttare meglio la pagina, ma solo se sei sicuro di mantenere chiarezza e ordine.
Prima di inviare il CV, fai una prova di lettura: ad esempio, stampalo o visualizzalo in PDF per controllare l’impaginazione finale. Assicurati che tutto sia ben allineato e leggibile, e che non vi siano salti di pagina mal posizionati o elementi fuori posto. Un CV ben formattato, chiaro e piacevole da leggere darà subito l’idea di una persona organizzata e attenta ai dettagli.
Lunghezza e informazioni non pertinenti
È comprensibile voler raccontare tutto di sé in un curriculum, ma un errore comune è creare un CV eccessivamente lungo o ricco di dettagli irrilevanti. Ricorda: il CV non è un’autobiografia, ma un riassunto mirato del tuo profilo professionale.
In generale una pagina è la lunghezza ideale (massimo due pagine se hai molte esperienze). Se hai scritto quattro o cinque pagine, di certo c’è margine per tagliare contenuti superflui. I recruiter semplicemente non leggeranno un CV fiume: bastano 1-2 pagine ben fatte per mostrare le informazioni chiave, mentre testi troppo lunghi verranno scartati rapidamente.
Come ridurre la lunghezza? Prima di tutto, inserisci solo le esperienze più recenti e rilevanti. Un trucco suggerito è di includere in dettaglio solo i lavori degli ultimi 10 anni circa, o comunque i più pertinenti al ruolo per cui ti candidi. Puoi omettere impieghi troppo datati oppure di scarso interesse per quella posizione. In alternativa, cita le esperienze più lontane nel tempo solo se hanno attinenza diretta col posto di lavoro in questione.
Ad esempio, se ti stai candidando come impiegato contabile, probabilmente è inutile menzionare nei dettagli quel lavoretto da cameriere che facevi 15 anni fa durante l’università. Allo stesso modo, riduci all’essenziale la descrizione di stage scolastici o attività poco rilevanti.
Attenzione anche alle informazioni fuori contesto. Ogni dettaglio che metti dovrebbe avere uno scopo: se non aiuta a dimostrare la tua idoneità per la posizione, valuta di toglierlo. Ad esempio, evita di elencare hobby o esperienze non pertinenti: il selezionatore potrebbe pensare che tu non abbia chiara la natura del ruolo per cui ti candidi.
Un caso classico: candidarsi per un lavoro nell’ufficio marketing e lasciare nel CV anche la prima esperienza da barista in discoteca – esperienza dignitosa, ma che non aggiunge nulla alle competenze richieste per il marketing. Meglio sostituirla con qualcosa di più utile o semplicemente eliminarla.
Al contrario, qualche informazione personale può essere inserita se coerente con il profilo ricercato: ad esempio, indicare tra gli interessi lo sport di squadra se il lavoro richiede capacità di team working, perché questo offre indizi positivi sul tuo carattere.
La regola d’oro è pertinenza: ogni voce del CV dovrebbe rispondere alla domanda “Perché è rilevante per il lavoro a cui mi candido?”.
Infine, non dimenticare di aggiornare il CV man mano. Un CV con esperienze ferme a diversi anni fa, senza le posizioni più recenti, appare trascurato e poco curato. Evita anche “buchi temporali” non spiegati tra un lavoro e l’altro.
Se hai periodi di inattività o altri impegni (es. un corso di studi, un viaggio lungo, la maternità), valuta di inserirli o di spiegare brevemente come hai impiegato quel tempo, per non lasciare dubbi. Un profilo non aggiornato dà l’idea di scarso interesse, quindi revisiona il CV regolarmente inserendo le nuove esperienze e competenze acquisite.
Da evitare assolutamente in questa sezione contenuti come le pretese economiche o salariali. Quando e quanto si guadagna sono temi da discutere solo in fase avanzata di colloquio, non certo da inserire nel CV Scrivere nel curriculum le proprie richieste di stipendio (o il salario dei lavori precedenti) è considerato poco professionale e potrebbe indisporre chi legge.
Allo stesso modo, non inserire motivi di licenziamento da impieghi passati o dettagli personali non richiesti (es. stato di salute, situazione familiare): attieniti a informazioni professionali, salvo diversa indicazione.
Mancata personalizzazione per ogni offerta di lavoro
Un errore molto diffuso, soprattutto tra chi torna a cercare lavoro dopo tempo, è usare lo stesso CV generico per ogni candidatura. Avere un solo CV “standard” e inviarlo ovunque è comodo, ma purtroppo riduce drasticamente le probabilità di successo. I selezionatori si accorgono subito di un CV generico non calibrato sull’annuncio specifico, e questo comunica scarsa motivazione. Inoltre, molte aziende usano software ATS (Applicant Tracking Systems) che filtrano i CV in base alle parole chiave: un CV generico rischia di non superare questi filtri automatici.
La soluzione è adattare il curriculum a ogni offerta. Significa che dovresti mettere in evidenza le esperienze, competenze e risultati più rilevanti per quella posizione e quella azienda.
Ad esempio, se ti stai candidando come grafico presso un’agenzia creativa, darai risalto nel CV ai tuoi progetti grafici, software di design che sai usare, portfolio online, ecc., mentre magari tralascerai dettagli poco attinenti (come quel corso di contabilità che avevi fatto anni fa). Se invece mandi un CV per un ruolo da commerciale, punterai l’attenzione sulle tue capacità di vendita, sul raggiungimento di obiettivi, sulla conoscenza del settore di mercato in questione, e così via.
Per personalizzare efficacemente un CV, può essere utile seguire questi passi:
- Studia l’annuncio di lavoro a cui rispondi. Evidenzia le competenze chiave richieste e assicurati che il tuo CV le contenga (se possiedi davvero tali requisiti). Ad esempio, se nell’offerta cercano qualcuno con conoscenza di Excel avanzato e SAP, e tu hai queste competenze, mettile in primissimo piano nel CV.
- Informati sull’azienda: cerca di capire la cultura aziendale e quali qualità può apprezzare. Puoi riflettere questi aspetti sia nel CV sia nella lettera di presentazione, usando un tono e dei contenuti in linea con i loro valori.
- Usa le parole chiave giuste: Molti ATS e anche i recruiter in carne e ossa cercano termini specifici nei CV. Se ti candidi come project manager e il bando menziona spesso la metodologia Agile, assicurati che nel tuo CV compaia la parola Agile accanto alle tue esperienze pertinenti. Questo aumenterà le probabilità che il tuo CV superi la prima selezione automatica e catturi l’attenzione di chi legge.
È impegnativo avere un CV “su misura” per ogni candidatura, ma paga in efficacia. Un CV mirato dimostra immediatamente che il candidato ha compreso l’annuncio e pensa di essere adatto per quel ruolo. Puoi comunque preparare più versioni di base del tuo CV (ad esempio: un CV per ruoli amministrativi, uno per ruoli commerciali, uno per ruoli di ricerca, se hai un profilo poliedrico) e poi apportare piccole modifiche mirate per ciascun invio.
L’importante è abbandonare l’idea del “CV unico valido per tutto”, che è considerato l’errore più sottovalutato dai candidati.
Onestà e valorizzazione di competenze e risultati
Nel compilare il CV bisogna trovare il giusto equilibrio tra modestia e autocelebrazione, mantenendo sempre la massima onestà. Da un lato, mentire o esagerare sulle proprie skills è assolutamente da evitare; dall’altro, molti candidati per troppa modestia finiscono per non evidenziare abbastanza i propri successi. Vediamo entrambe le sfumature.
Non mentire mai nel CV. Inventare titoli che non si hanno o dichiarare competenze inesistenti (o magari lingue conosciute a livello scolastico spacciate per fluenti) è estremamente rischioso. I recruiter hanno vari modi per verificare le informazioni: ricerche online, controllo delle referenze con precedenti datori di lavoro, o domande tecniche in colloquio. Prima o poi la verità viene a galla e le conseguenze possono essere disastrose: anche se la bugia ti frutta un colloquio o un’assunzione iniziale, quando verrà scoperta potresti perdere il posto e compromettere la tua reputazione.
Un esempio reale: un candidato sostiene di saper programmare in Java, viene assunto, ma alla prima prova pratica sul campo emerge che non ha le competenze dichiarate – l’azienda si troverà costretta a licenziarlo, con grave danno di immagine per lui e perdita di tempo per tutti.
La menzogna non paga: molto meglio essere sinceri sulle proprie capacità. Se noti che per il lavoro dei tuoi sogni servono competenze che attualmente non possiedi, non inserirle falsamente nel CV, ma piuttosto impegnati ad acquisirle (magari attraverso corsi di formazione) in modo da poterti candidare con basi solide.
Detto questo, non essere neanche troppo modesto o vago nel descrivere ciò che sai fare. Un errore frequente è elencare mansioni svolte e competenze in modo generico, usando magari formule fatte (“problem solving”, “team player”, “ottime capacità comunicative”) senza dare evidenza concreta di queste abilità. Queste frasi, se buttate lì da sole, rischiano di sembrare “luoghi comuni” o riempitivi privi di sostanza. Per valorizzare davvero le tue competenze, fornisci esempi o risultati che le dimostrino.
Ad esempio, invece di scrivere “Buone doti comunicative” puoi scrivere: “Ottime capacità comunicative, sviluppate durante gli anni in cui ho coordinato il team di volontariato della Croce Rossa”. Invece di un generico “capacità di lavorare in team”, potresti dire: “Esperienza di lavoro in team multiculturali, maturata in progetti Erasmus durante l’università”. Motivare le proprie abilità con esempi reali le rende molto più credibili e incisive.
Allo stesso modo, quando descrivi le esperienze lavorative passate, non limitarti a elencare le attività svolte, ma evidenzia i risultati raggiunti. I selezionatori apprezzano i candidati che sanno misurare e raccontare il proprio impatto.
Ad esempio, se nel tuo precedente ruolo hai contribuito ad aumentare le vendite del 15% in un anno, scrivilo chiaramente (es: “Incremento del fatturato del +15% nel 2024 rispetto all’anno precedente”). Oppure: “Riduzione dei tempi di consegna medi da 5 a 3 giorni, ottimizzando i processi logistici”. Numeri e risultati concreti saltano all’occhio e distinguono il tuo CV dagli altri.
Se hai ricevuto riconoscimenti o promozioni grazie al tuo lavoro, menzionali con orgoglio (es: “Promosso a Responsabile di area dopo 1 anno per aver superato del 20% gli obiettivi di vendita”). Questo non è vanteria, è mostrare con fatti quello che vali.
In sintesi, sii onesto ma anche strategico: non inventare nulla, ma metti in luce il meglio di te. Taglia le frasi fatte e sostituiscile con dettagli significativi. Un CV efficace parla sia di cosa sai fare, sia di come l’hai dimostrato. Così facendo, darai ai datori di lavoro una ragione concreta per sceglierti.
Ricapitolando, prima di inviare il tuo curriculum, prenditi qualche minuto per rileggerlo con attenzione. Assicurati che i tuoi contatti siano corretti e professionali, che la foto sia adatta al contesto lavorativo e che i tuoi profili social (se li inserisci) siano in ordine. Controlla che non ci siano errori di battitura, che la struttura sia chiara e facilmente leggibile, e che la lunghezza sia adeguata: meglio poche informazioni, ma ben scelte e pertinenti.
Ricorda anche di adattare ogni CV all’offerta specifica, mettendo in evidenza proprio quelle esperienze e competenze che ti rendono adatto a quel ruolo. E infine, sii sempre sincero su ciò che sai fare, ma non aver paura di valorizzare i tuoi punti di forza con esempi concreti.
Se noti uno di questi errori, correggilo subito: a volte basta una svista per essere esclusi da una selezione. Curare bene il tuo CV è un investimento importante che può davvero fare la differenza.
Un curriculum chiaro, personalizzato e convincente aumenta le possibilità di attirare l’attenzione dei selezionatori.
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