18/9/2025

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Hobby e interessi nel curriculum: come valorizzarli meglio

Nel CV, la sezione “Hobby e Interessi” è spesso trascurata, ma può fare la differenza. Se scelta e presentata con criterio, racconta chi sei oltre le competenze tecniche, ti distingue dagli altri candidati e offre al selezionatore una visione più completa del tuo profilo.

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I tuoi passatempi, infatti, non sono semplici attività ricreative: riflettono aspetti significativi della tua personalità e competenze. In questa guida vedremo quando e perché includere i propri hobby nel CV, quali esempi inserire o evitare a seconda del caso, e come presentarli in modo professionale ma efficace. L’obiettivo è aiutare sia giovani in cerca di primo impiego sia professionisti esperti a utilizzare al meglio questa sezione per mettersi in luce agli occhi dei recruiter.

Quando inserire hobby e interessi nel CV

Inserire hobby e interessi nel curriculum non è obbligatorio. La decisione va ponderata in base al contesto specifico e al tipo di impiego per cui ti candidi. In alcune situazioni, includere questa sezione arricchisce il tuo profilo, offrendo ai recruiter una visione più completa delle tue abilità e della tua personalità. In altre, aggiungere hobby può risultare irrilevante o persino controproducente. Ecco quando conviene inserirli:

  • Rilevanza per la posizione: se un tuo hobby è strettamente collegato al ruolo professionale a cui aspiri, vale la pena menzionarlo. Ad esempio, per una candidatura in un settore creativo (come design, moda o comunicazione) segnalare interessi artistici come la pittura o la fotografia può dimostrare la tua passione e competenze nell’ambito. Analogamente, chi cerca lavoro nell’informatica e nel tech potrebbe citare la programmazione o il tinkering elettronico come hobby, indicando familiarità col settore. In sintesi, evidenzia i passatempi attinenti al lavoro desiderato, perché sottolineano conoscenze e inclinazioni già allineate al ruolo.
  • Competenze trasferibili: molti hobby sviluppano skill utili sul lavoro, anche se non legati direttamente alla professione. Se nel tempo libero pratichi attività che hanno rafforzato capacità applicabili in ambito lavorativo, menzionale. Ad esempio, aver giocato per anni in una squadra sportiva indica capacità di collaborazione, leadership e lavoro di squadra. Allo stesso modo, passioni come gli scacchi o i giochi strategici suggeriscono doti di pensiero critico e pianificazione. Queste competenze “soft” trasferibili possono arricchire il tuo CV mostrando che possiedi qualità personali adatte al contesto lavorativo.
  • Impegno sociale e volontariato: se dedichi parte del tuo tempo ad attività di volontariato o iniziative nella comunità, includerle nel CV può evidenziare il tuo autentico interesse verso il prossimo, nonché spiccate capacità empatiche e relazionali – tutte qualità molto apprezzate in qualsiasi team di lavoro. Un coinvolgimento attivo nel sociale segnala anche senso etico e valori personali solidi. Inoltre, molte aziende oggi mostrano una crescente sensibilità verso l’impatto sociale e potrebbero guardare con favore candidati che condividono valori simili (ad esempio, un’azienda attenta alla comunità apprezzerà vedere nel CV esperienze di volontariato). In breve, mostrare impegno sociale può farti guadagnare punti extra sul piano umano.

Ricorda che inserire gli hobby non è sempre consigliabile. Bisogna valutare caso per caso. Nel prossimo paragrafo vediamo quando è meglio omettere questa sezione, per evitare effetti indesiderati sul tuo curriculum.

Quando evitare di inserire hobby nel CV

Ci sono circostanze in cui è preferibile non aggiungere i propri hobby al CV, per mantenere il documento focalizzato e professionale. Ecco alcuni criteri per decidere quando lasciare da parte la sezione interessi personali:

  • Poco pertinenti al lavoro: se un hobby non ha alcuna attinenza con la posizione per cui ti candidi aggiunge valore al tuo profilo professionale, è meglio non inserirlo. Rischieresti di distrarre l’attenzione del selezionatore dai dati davvero importanti (esperienze, competenze tecniche, risultati raggiunti). Ad esempio, indicare che collezioni modellini di action figure probabilmente non ti darà alcun vantaggio se ti stai proponendo per un ruolo contabile. In casi del genere, è preferibile lasciare spazio ad altre informazioni più rilevanti.
  • CV già molto denso o spazio limitato: se hai poco spazio a disposizione (ad esempio perché il tuo CV è già di una o due pagine piene di sezioni fondamentali) devi stabilire delle priorità. Meglio concentrarsi su formazione, esperienze e competenze chiave piuttosto che aggiungere hobby di minor peso. In un CV particolarmente ricco, la sezione interessi può anche essere omessa per evitare di appesantire il documento. Ricorda: un selezionatore dedica in media pochi secondi a ogni CV, quindi ogni riga deve offrire informazioni di valore. Se l’elenco di hobby rischia di oscurare informazioni più importanti, meglio sacrificarlo.
  • Rischio di pregiudizi o fraintendimenti: valuta con attenzione l’impatto che un certo hobby potrebbe avere su chi legge. Alcune passioni personali possono involontariamente attivare stereotipi o giudizi negativi. Se ad esempio il tuo passatempo è la caccia agli animali selvatici o collezionare armi antiche, considera che qualcuno potrebbe avere sensibilità diverse e vedere queste attività sotto una luce negativa. In generale è consigliabile evitare di menzionare hobby che potrebbero dividere o creare un pregiudizio (politico, etico, culturale) nella mente di chi legge. Lo scopo del CV è presentarti come un candidato ideale; qualsiasi elemento non pertinente che possa offuscare questa immagine va valutato con cautela.

In sintesi, includi i tuoi interessi solo quando apportano un reale beneficio alla candidatura. Se non soddisfano queste condizioni, non sentirti obbligato a scriverli: il tuo CV può essere efficace anche senza una sezione hobby, specialmente se hai già molte esperienze o qualifiche da evidenziare.

Hobby e interessi da inserire nel CV: esempi utili

Veniamo ora agli esempi concreti. Quali hobby vale la pena inserire perché apportano un valore aggiunto al curriculum? Di seguito presentiamo una lista di hobby/interessi comunemente apprezzati dai recruiter, accompagnati dal motivo per cui possono arricchire il tuo profilo. Scegli quelli che rispecchiano davvero le tue passioni e che mettono in luce qualità rilevanti:

  1. Volontariato e attività solidali: indicare esperienze di volontariato dimostra impegno verso il sociale e disponibilità a dedicare tempo a cause importanti. Questo hobby comunica che sei altruista e proattivo, oltre a evidenziare competenze come empatia, capacità di collaborazione e spesso anche doti di leadership (si pensi all’organizzazione di eventi benefici, al coordinamento di volontari, etc.).
  2. Yoga e meditazione: passioni come lo yoga, la meditazione o altre pratiche per il benessere psicofisico indicano che hai cura del tuo equilibrio mentale e fisico. Denotano capacità di gestire lo stress, concentrazione, resilienza e flessibilità mentale. Queste qualità possono tradursi in un approccio al lavoro più sereno e focalizzato, molto utile in ambienti lavorativi frenetici o pressurizzati.
  3. Pittura, fotografia e attività artistiche: dedicarsi a un passatempo artistico e creativo segnala creatività e capacità di portare un approccio originale nella risoluzione dei problemi. Inoltre dimostra abilità di comunicazione visiva e attenzione per l’estetica. Queste doti sono particolarmente apprezzate se ti candidi in settori come il design, la moda, la pubblicità o il marketing. Ad esempio, menzionare la fotografia come hobby può darti punti extra se ti proponi per un ruolo di content creator o per un lavoro in un’azienda di moda, così come praticare il cake design o la pittura può essere un plus se aspiri a lavorare in un ambito creativo. Perfino un ruolo come il barista può trarre beneficio da un interesse artistico, perché suggerisce che hai senso estetico nel presentare cappuccini e cocktail.
  4. Lettura e scrittura: questi interessi mostrano curiosità intellettuale e volontà di apprendere continuamente. La lettura abituale allena la capacità di analisi e l’elaborazione di informazioni, mentre la scrittura – che sia tenere un blog, scrivere racconti o anche solo journaling – indica che sai esprimere idee (anche complesse) in modo chiaro. In un contesto lavorativo, tali attitudini si traducono in capacità di comunicazione scritta, pensiero critico e creatività nel gestire le informazioni. Sono qualità apprezzate trasversalmente, dalla ricerca accademica al marketing.
  5. Tecnologia e informatica: essere appassionato di tecnologia (ad esempio seguire le novità hi-tech, sperimentare software o piccoli progetti di coding nel tempo libero) comunica che sai adattarti ai cambiamenti tecnologici e che hai voglia di rimanere aggiornato sulle ultime tendenze. In un’epoca di continua evoluzione digitale, questa propensione è preziosa in molti ruoli. Un interesse attivo per la tecnologia è particolarmente utile se ti candidi in aziende innovative, in ambito IT o in settori tecnici, perché segnala familiarità con strumenti digitali e mentalità orientata al futuro.
  6. Sport (individuali o di squadra): praticare uno sport indica una mentalità competitiva in senso positivo, disciplina e determinazione. Dedizione allo sport significa saper fissare obiettivi sfidanti e lavorare duramente per raggiungerli. Inoltre, lo sport insegna a lavorare sotto pressione (si pensi alle competizioni) e, nel caso di sport di squadra, sviluppa ottime capacità di teamwork. Menzionare uno sport nel CV può quindi suggerire al recruiter che possiedi energia, costanza e spirito di squadra. Ad esempio, il praticante di una maratona dimostra resistenza e impegno costante; chi gioca a calcio o a pallavolo segnala attitudine alla cooperazione e al coordinamento con gli altri.
  7. Teatro, recitazione o danza: dedicarsi alle arti performative nel tempo libero (recitare in una compagnia amatoriale, fare improvvisazione teatrale, ballare in un gruppo) è indice di creatività e ottime doti comunicative. Il teatro, in particolare, richiede capacità di espressione verbale e non verbale, abilità di improvvisazione, lavoro di squadra e gestione delle emozioni di fronte a un pubblico. Queste qualità possono riflettersi positivamente in molti contesti lavorativi: ad esempio, chi ha esperienza sul palco potrebbe risultare più disinvolto nel parlare in pubblico durante presentazioni o riunioni. Un hobby come la recitazione segnala anche che sai uscire dalla tua comfort zone, caratteristica utile per ruoli che richiedono adattabilità.
  8. Musica (suonare uno strumento o cantare): un percorso musicale richiede dedizione e disciplina per padroneggiare la tecnica, qualità che col tempo forgiano un ottimo approccio all’apprendimento. Suonare uno strumento sviluppa inoltre concentrazione e capacità di ascolto. Se suoni in una band, orchestra o coro, metti in luce anche la tua capacità di lavorare in gruppo e coordinarti con gli altri. Questo interesse può indicare creatività, sensibilità e impegno costante – tutte caratteristiche apprezzabili in un dipendente. Menzionare, ad esempio, che suoni il pianoforte da 10 anni suggerisce perseveranza e passione autentica nel coltivare un’abilità.
  9. Collezionismo: avere una collezione (di francobolli, monete, fumetti, vinili, ecc.) racconta molto di te: denota curiosità, senso estetico, perseveranza e capacità di ricerca e organizzazione (catalogare e ampliare una collezione richiede metodo e attenzione al dettaglio). Questo hobby può far emergere la tua meticolosità e pazienza. Attenzione però all’oggetto della collezione: assicurati che sia qualcosa di presentabile e, possibilmente, con un tocco di classe. Collezioni troppo stravaganti o potenzialmente controverse potrebbero suscitare reazioni indesiderate (ad esempio, collezionare coltelli o bambole può apparire strano a chi legge senza conoscerti). Valuta tu: se ritieni che la tua collezione aggiunga un aspetto positivo al tuo profilo, includila insieme alle competenze che ti ha aiutato a sviluppare; in caso contrario, meglio ometterla.
  10. Giardinaggio e attività all’aria aperta: la cura delle piante e del giardino indica pazienza, dedizione e attenzione per l’ambiente. Un candidato che nel tempo libero fa giardinaggio comunica un certo livello di tranquillità, costanza e amore per la natura. Questo hobby può essere particolarmente apprezzato per posizioni legate alla sostenibilità ambientale o nel settore green (i cosiddetti green jobs), perché riflette sensibilità ecologica. Anche in contesti non direttamente collegati, il giardinaggio segnala un carattere responsabile e un hobby sano e produttivo. Se hai ad esempio un orto urbano o partecipi a iniziative di gardening comunitario, può valere la pena menzionarlo come tratto distintivo.

Naturalmente, l’elenco potrebbe continuare: viaggiare, ad esempio, è un interesse che spesso indica apertura mentale e adattabilità; le lingue straniere studiate per passione mostrano curiosità verso altre culture e capacità di apprendimento autonomo; la cucina come hobby può segnalare creatività e gestione dei dettagli, e così via. Scegli in base alla tua esperienza ciò che più ti rappresenta e, soprattutto, quello che meglio si allinea al messaggio che vuoi dare di te come professionista.

Hobby e interessi da non inserire sul CV

Abbiamo visto quali hobby valorizzare, ma è altrettanto importante sapere quali evitare assolutamente di elencare. Ecco alcune categorie di interessi personali che è consigliabile lasciare fuori dal curriculum, perché rischiano di danneggiare la tua candidatura o di sembrare fuori luogo:

  • Giochi d’azzardo: Poker, scommesse e simili sono passatempi che possono far sorgere dubbi sulla tua affidabilità. Un datore di lavoro potrebbe preoccuparsi della tua gestione del denaro o temere che questo interesse indichi un’indole troppo rischiosa.
  • Attività illegali o immorali: qualsiasi hobby che abbia connotazioni illegali (contraffazione, graffitismo vandalico, hacking non etico, ecc.) o eticamente discutibili è da evitare nel modo più assoluto.
  • Politica estremista o ideologie controverse: il terreno politico è scivoloso. A meno che la tua appartenenza politica non sia direttamente rilevante per il lavoro (un caso specifico potrebbe essere la candidatura per un ruolo istituzionale o da giornalista politico), è meglio mantenere il CV politicamente neutro. In particolare, evita di evidenziare attivismo in movimenti estremisti o molto divisivi.
  • Hobby bizzarri o irrilevanti: passioni troppo insolite, stravaganti o completamente fuori contesto rispetto al mondo del lavoro rischiano di far apparire la tua candidatura poco seria. Ad esempio, dedicarti al couponing estremo (ossia raccogliere e utilizzare ossessivamente buoni sconto) oppure collezionare oggetti insoliti come tappi di bottiglia potrebbe far sorridere ma difficilmente aggiunge valore al tuo profilo professionale – anzi, può dare un’immagine immatura o eccentrica di te.
  • Passatempi esclusivamente passivi/sedentari: tutti noi amiamo rilassarci, ma elencare tra gli hobby attività come “guardare serie TV” o “giocare ai videogiochi” può essere controproducente. Attenzione, non è che seguire Netflix o divertirsi con la console sia sbagliato, ma scriverlo sul CV non ti fa emergere come persona attiva o intraprendente. Un conto è citare il gaming se fatto a livelli competitivi (es. partecipazione a tornei di e-sport, che potrebbero indicare strategia, coordinazione, ecc.), altro è mettere semplicemente “videogiochi” come unico interesse: rischi di dare l’impressione di passare tutto il tempo libero sul divano. In generale, evita di menzionare hobby che non abbiano alcun elemento di crescita personale o sociale.
  • Caccia (o pesca sportiva estrema): pratiche come la caccia sono fortemente divisive dal punto di vista etico. Molti datori di lavoro potrebbero avere una sensibilità animalista o ambientalista, oppure possedere animali domestici a cui tengono come membri della famiglia. Dichiarare come hobby la caccia (o attività simili che comportano l’uccisione di animali) può alienare immediatamente tali persone. Anche se magari nell’ambiente in cui ti candidi questo non è un problema, è un rischio difficile da valutare: in caso di dubbio, meglio non inserirlo.
  • Sport o attività estreme ad alto rischio: menzionare hobby che comportano un alto tasso di rischio fisico (paracadutismo, bungee jumping, motocross estremo, free climbing su pareti rocciose difficili, etc.) può far sollevare qualche sopracciglio nel recruiter. Se queste attività non hanno attinenza con il lavoro, valutarne l’omissione potrebbe essere saggio. In alternativa, puoi mitigare la cosa presentandole sotto una luce positiva (es: “Appassionato di alpinismo – disciplina che mi ha insegnato pianificazione e gestione dei rischi”), ma fallo solo se ritieni davvero che aggiunga qualcosa alla tua candidatura.

Riassumendo, usa buonsenso: togli dal CV tutto ciò che potrebbe insinuare un dubbio sulla tua persona o professionalità. Meglio presentarsi con un profilo pulito e focalizzato, che dover poi spiegare durante un colloquio un hobby mal compreso o mal visto. Nel prossimo paragrafo vedremo come adattare la scelta degli hobby in base al contesto lavorativo e al tuo profilo, perché – come abbiamo accennato – molto dipende dalla situazione specifica.

Adattare hobby e interessi al ruolo e all’azienda

Ogni ambiente lavorativo è diverso, perciò è importante scegliere quali hobby evidenziare in base al ruolo, al settore e alla cultura aziendale della posizione per cui ti candidi. In pratica, cerca di allineare i tuoi interessi con le competenze o i valori apprezzati in quello specifico contesto. Alcuni esempi e consigli pratici:

  • Considera le competenze chiave del ruolo: analizza l’offerta di lavoro o pensa alle caratteristiche richieste da quella professione, quindi seleziona hobby che enfatizzano tali caratteristiche. Ad esempio, se ti stai candidando per un ruolo nel marketing digitale o creativo, può essere utile menzionare la tua passione per la scrittura creativa o la fotografia, che suggeriscono capacità narrative e senso estetico. Al contrario, un interesse come il birdwatching (osservazione degli uccelli) – per quanto rispettabile – risulterebbe poco attinente e non comunicherebbe abilità utili in quell’ambito.
  • Informati sulla cultura e sui valori aziendali: ogni azienda ha una propria cultura interna e determinati valori a cui tiene. Se sai, ad esempio, che il potenziale datore di lavoro è molto attento alla sostenibilità ambientale, assicurati che i tuoi hobby non confliggano con questo aspetto. Esempio: candidandoti per un’organizzazione non-profit che tutela l’ambiente, vantare come hobby la collezione di auto d’epoca molto inquinanti o di oggetti in plastica usa e getta potrebbe essere controproducente. Invece, in un simile contesto meglio valorizzare l’orto biologico che curi sul balcone di casa o la tua passione per i viaggi in natura e l’escursionismo. Al contrario, in contesti ultra-professionali e formali (es. uno studio legale tradizionale), potrebbe essere preferibile mantenere toni più sobri anche nella sezione hobby, evitando di elencare interessi che appaiano troppo stravaganti.
  • Adatta gli hobby alla job description specifica: non esitare a personalizzare la lista di hobby per ciascuna candidatura. Così come personalizzi la lettera di presentazione e metti in risalto certe esperienze nel CV a seconda del ruolo, allo stesso modo puoi mettere in evidenza (o omettere) determinati interessi. Ad esempio, se tra i requisiti di un annuncio noti enfasi sulla “mentalità internazionale” o la “capacità di adattamento”, potresti dare risalto al tuo hobby per i viaggi o per l’apprendimento di lingue straniere. Se invece ti candidi presso un’azienda giovane, dinamica, magari una start-up, hobby come i videogiochi, il trekking, il blogging tech etc. potrebbero essere visti positivamente perché segnalano che sei in linea con uno stile di vita attivo e moderno. Viceversa, per aziende molto istituzionali, punterai su interessi più classici e trasversali (volontariato, lettura, sport comuni). Insomma, adatta il tiro: la tua sezione hobby non dev’essere necessariamente identica su ogni CV che invii, ma calibrata in base a chi hai di fronte.

In conclusione, pensa sempre al messaggio complessivo che il tuo CV trasmette. Ogni informazione, compresi gli hobby, dovrebbe contribuire a rafforzare l’idea che sei la persona giusta per quel lavoro. Chiediti: “Questo hobby cosa racconta di me? È un messaggio utile per quel ruolo e quell’azienda?”. Se la risposta è sì, inseriscilo (con le dovute accortezze viste sopra); se è no o anche “forse”, valuta se eliminarlo o sostituirlo con altro più pertinente.

Hobby e interessi in base al livello di esperienza

Un ulteriore fattore da considerare è il livello di esperienza professionale che hai raggiunto. L’importanza e l’utilità della sezione hobby/interessi possono variare molto se sei un candidato alle prime armi oppure un dirigente con 20 anni di carriera. Ecco alcune linee guida ed esempi in base al profilo:

● Candidati giovani o senza esperienza: per chi ha un curriculum ancora “corto”, come studenti, neodiplomati o neolaureati, inserire hobby e interessi può essere davvero un valore aggiunto. Quando mancano lunghe esperienze lavorative, gli hobby permettono di far emergere la tua personalità, le passioni e le abilità al di là del percorso di studi. Questo aiuta i selezionatori a conoscerti meglio come individuo e a capire se hai il potenziale giusto per crescere in azienda. Molte aziende, assumendo profili junior, cercano soprattutto attitudine e potenziale: vedere interessi concreti sul tuo CV può dar loro conferme sul tuo carattere intraprendente o sulla tua affinità col settore. Ad esempio, un neolaureato in Informatica che nel tempo libero sviluppa piccole app o siti web dimostra entusiasmo e iniziativa nel suo campo; oppure un neodiplomato geometra appassionato di modellismo e falegnameria evidenzierà manualità e passione per il lavoro pratico con i materiali – elementi che possono compensare la mancanza di esperienza lavorativa. In breve: se sei alle prime esperienze, non esitare a includere 2-3 hobby significativi che mostrino chi sei e cosa sai fare, oltre le scuole frequentate.

● Professionisti di metà carriera: per profili con già diversi anni di esperienza (diciamo 5-15 anni di lavoro alle spalle), la sezione hobby diventa un di più che va gestito con più criterio. In generale, i selezionatori si concentreranno maggiormente sulle tue competenze professionali e sui risultati ottenuti nelle esperienze passate. Ciò detto, menzionare hobby mirati può aggiungere valore soprattutto se aiuta a dipingere un’immagine coerente con il nuovo ruolo che cerchi. Questo è particolarmente vero quando vuoi fare un salto di carriera o cambiare settore: un hobby rilevante può suggerire che possiedi già alcune caratteristiche utili nel nuovo contesto. Esempio: un impiegato amministrativo che aspira a un ruolo da project manager potrebbe sottolineare come hobby l’organizzazione di eventi benefici nel tempo libero, per mostrare capacità di coordinamento e gestione anche fuori dall’ufficio. Oppure, un infermiere con anni di reparto che punta a diventare coordinatore può indicare che allena una squadra sportiva amatoriale, segnalando così doti di leadership, comunicazione e organizzazione acquisite extra-lavorativamente. In sintesi, a metà carriera inserisci hobby solo se pertinenti e strategici: punta su quelli che rafforzano competenze trasversali o tratti di personalità che ritieni importanti per il passo successivo nella tua carriera.

● Manager e dirigenti senior: quando si ha un profilo molto esperto (20+ anni di carriera, ruoli dirigenziali o altamente specializzati), il focus del CV dovrebbe essere quasi interamente sulle conquiste professionali, le responsabilità ricoperte e i risultati. A questi livelli, gli hobby e interessi personali tendono a passare in secondo (o terzo) piano e spesso molti scelgono di non inserirli affatto. Ciò non vuol dire che un dirigente non debba avere passioni al di fuori del lavoro, ma semplicemente che – dovendo eventualmente scremare informazioni nel CV – queste saranno le prime a essere sacrificate. Se però hai qualche interesse strettamente collegato al tuo ambito professionale o che comunque evidenzia un tuo impegno extra-lavorativo di valore, puoi citarlo brevemente. Per esempio, un manager d’azienda potrebbe menzionare l’abitudine a leggere saggi di management e crescita personale, oppure la partecipazione attiva a un’associazione di mentoring per giovani professionisti: hobby che mostrano una propensione al miglioramento continuo e un coinvolgimento nella comunità professionale. Allo stesso modo, un dirigente nel settore sanitario che fa volontariato internazionale durante le ferie mostra coerenza col proprio lavoro e spirito di servizio. In generale comunque, per i profili senior vale la regola d’oro: poche informazioni ma buone – se decidi di inserire interessi, fallo solo se aggiungono davvero qualcosa di significativo alla tua presentazione come leader/esperto nel tuo campo.

(In ultima analisi, non c’è nulla di male nemmeno nell’omettere del tutto la sezione hobby a livelli executive, se non si hanno passioni che si prestino a essere condivise professionalmente. Molti CEO e direttori non includono interessi personali nel CV, ed è perfettamente accettabile.)

Come inserire hobby e interessi nel CV (sezione e stile)

Dopo aver deciso se e quali hobby inserire, è fondamentale capire come presentarli concretamente nel curriculum. Una sezione ben fatta sui tuoi interessi può completare il quadro del tuo profilo; al contrario, una sezione mal organizzata rischia di sembrare un ripensamento buttato lì solo per riempire lo spazio. Ecco alcuni consigli pratici su dove collocare e come formattare questa parte del CV:

  • Posizione nel CV: di norma, la sezione “Hobby e Interessi” si colloca in fondo al curriculum, dopo le sezioni più importanti come esperienza lavorativa, istruzione e competenze. Questo ordine rispetta la priorità: prima presenti gli elementi essenziali della tua professionalità, poi – quasi a completare il tuo profilo umano – aggiungi gli interessi personali. In un CV tradizionale cronologico, quindi, aspettati di mettere gli hobby nell’ultima parte. Eccezione: se usi un layout creativo o a due colonne, è comune destinare una colonna laterale alle informazioni aggiuntive (contatti, competenze tecniche brevi, lingue, hobby). In tal caso, hobby e interessi possono comparire in una sidebar, dunque visibili a colpo d’occhio senza interrompere il flusso delle esperienze nella colonna principale. Questa soluzione può rendere il CV esteticamente più curato e moderno, mantenendo al contempo separata la parte “professionale” da quella personale.
  • Titolo e intestazione della sezione: sii chiaro e diretto. Puoi intitolare la sezione “Interessi Personali”, “Hobby e Interessi” o semplicemente “Interessi”. Usa lo stesso stile di intestazione delle altre sezioni del CV (stessa font, dimensione, formattazione) per mantenere coerenza visiva in tutto il documento. Evita titoli poco formali o creativi tipo “Nel tempo libero” – meglio rimanere neutri e professionali anche qui.
  • Stile di elenco: molti candidati inseriscono i propri hobby come elenco puntato (bullet list) oppure separati da virgole in una riga. Questa scelta è accettabile, ma fai attenzione: un semplice elenco di parole (cinema, musica, lettura, sport) rischia di apparire piatto e impersonale, oltre a lasciare il recruiter all’oscuro sul perché hai elencato proprio quelli. È quindi preferibile arricchire leggermente la descrizione. Come fare? Una buona pratica è fornire brevi dettagli accanto ad ogni hobby, per mettere in evidenza l’aspetto di te che vuoi sottolineare. Ad esempio, invece di scrivere solo “Correre”, potresti scrivere “Running (ho completato 3 maratone, dimostrando tenacia e obiettivi chiari)”. Oppure invece di “Lettura”, meglio “Lettura di saggi storici (mi mantengo informato e alleno il pensiero critico)”. Queste piccole aggiunte trasformano un elenco anonimo in una sezione che parla davvero di te e del valore che puoi portare. Naturalmente mantieni la sintesi: una breve frase o inciso tra parentesi è sufficiente. L’importante è che ogni interesse elencato abbia uno scopo comunicativo chiaro.
  • Numero di interessi da indicare: non c’è un numero fisso, ma in genere 4 o 5 hobby ben scelti sono più che sufficienti. Elencarne troppi (10 o più) rischia di far sembrare che tu abbia voluto inserire di tutto senza criterio, o peggio che tu abbia poco da dire su di te a livello professionale. Se hai molte passioni, seleziona le più significative e pertinenti. Meglio poche voci mirate che un lungo elenco dispersivo. Allo stesso modo, se hai un solo hobby ma davvero incisivo (es: “Volontario Croce Rossa da 8 anni”), va benissimo indicarne solo uno o due: qualità conta più di quantità.
  • Onestà prima di tutto: mai inventare hobby o mentire su livelli di coinvolgimento. Potresti essere tentato di aggiungere interessi che non hai, pensando di fare colpo (ad esempio dichiarare passioni che credi “facciano curriculum”). Errore gravissimo. I recruiter spesso fanno domande sugli hobby durante il colloquio – soprattutto se vedono qualcosa di curioso o fuori dal comune – per “rompere il ghiaccio” e capire meglio chi sei. Se menti, rischi di essere messo in difficoltà da una domanda specifica a cui non saprai rispondere. Inoltre, l’autenticità è sempre apprezzata: presentarti per quello che sei, con sincerità, crea fiducia. D’altronde gli hobby dovrebbero riflettere la tua personalità: inventarli vanificherebbe lo scopo e minerebbe la tua credibilità qualora la bugia venisse a galla. Quindi inserisci solo attività che pratichi davvero o interessi reali che coltivi con passione – su cui saresti pronto a sostenere una conversazione se il datore di lavoro volesse saperne di più.
  • Pertinenza e buon senso nella descrizione: come filo conduttore, ricorda di mantenere la stessa professionalità che hai nelle altre parti del CV. Evita dettagli eccessivamente personali o potenzialmente inappropriati. Ad esempio, non serve scendere in dettagli molto intimi (es. “lettura di poesie romantiche perché sono un inguaribile sentimentale” – troppo sdolcinato per un CV!). Mantieni un tono positivo ma sobrio: descrivi cosa ti piace e quali abilità/qualità coltivi con quell’hobby, senza divagare. Inoltre, assicurati che ortografia e grammatica siano corrette anche qui – sembra banale, ma essendo spesso l’ultima sezione scritta, molti la trascurano. Un errore di distrazione nel parlare dei tuoi hobby può lasciare una cattiva impressione di superficialità.
  • Contestualizza se necessario: se il tuo hobby è particolare o poco conosciuto, spendi magari una parola per spiegarlo. Ad esempio, scrivere solo “Calisthenics” potrebbe lasciare perplesso chi non sa che è una disciplina di allenamento a corpo libero; meglio “Calisthenics (ginnastica a corpo libero), migliorando costantemente forza e disciplina personale”. Oppure, se citi un’organizzazione in cui fai volontariato locale poco nota, specifica brevemente di cosa si occupa. Questo aiuta il selezionatore a capire al volo di cosa parli senza doversi informare a parte.
  • Essere pronti a discuterne: collegato al punto sull’onestà, un consiglio finale è: preparati a parlare dei tuoi hobby in sede di colloquio. Spesso la domanda “Mi parli dei suoi interessi extra-lavorativi” o simili salta fuori. Assicurati quindi di saper approfondire ciò che hai scritto. Se hai menzionato la passione per la lettura, pensa a quale libro recente ti ha colpito e perché. Se hai scritto trekking, sappi dire qual è stata la tua ultima escursione memorabile. Insomma, sii pronto a trasformare gli hobby in una conversazione piacevole con il recruiter, mostrando entusiasmo genuino e magari collegando qualche aspetto del tuo carattere o delle tue competenze a quelle attività. Questo potrà lasciare un ricordo positivo di te come persona completa e interessante.

In conclusione, la sezione Hobby e Interessi può sembrare secondaria rispetto ad altre parti del curriculum, ma se usata con intelligenza diventa un vero alleato per rafforzare la tua candidatura. Ecco un breve riepilogo dei punti chiave da tenere a mente:

  • Rilevanza e sincerità: inserisci solo hobby che ritieni pertinenti o utili a descrivere qualche tua qualità positiva, e non mentire mai su ciò che ti appassiona davvero. L’onestà e la coerenza pagano sempre nel lungo termine.
  • Equilibrio: mantieni questa sezione concisa (pochi interessi mirati, con magari una breve nota ciascuno) e posizionala nella parte giusta del CV, senza rubare spazio alle informazioni principali sul tuo percorso professionale.
  • Adattabilità: considera sempre a chi stai inviando il CV. Personalizza gli hobby elencati in base al ruolo e all’azienda, per mostrare che sei in sintonia con la cultura e le competenze ricercate.
  • Professionalità nella presentazione: cura la forma anche qui – stessa grafica del resto del CV, niente refusi, tono positivo ma professionale. Presenta i tuoi interessi con uno stile ordinato e piacevole da leggere, magari in colonna laterale o con bullet points ben formattati, integrandoli armoniosamente nel documento.

Seguendo queste indicazioni, trasformerai la sezione hobby da semplice elenco di passatempi a parte integrante della tua storia professionale, capace di evidenziare sfumature del tuo carattere e delle tue competenze che altrove non emergerebbero. In un mercato del lavoro competitivo, ogni dettaglio conta: mostrare ai recruiter chi sei oltre al lavoro – in modo intelligente e mirato – può fare la differenza tra un CV anonimo e uno memorabile. Buon lavoro nella creazione del tuo curriculum, e in bocca al lupo per la tua ricerca! 💼✨

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