10/12/2024
Direttiva NIS 2: semplificazione normative per aziende e PA
La crescente complessità normativa europea degli ultimi mesi in cybersicurezza richiede una guida chiara e comprensibile per le aziende, per aiutarle a comprendere quali requisiti operativi e controlli debbano adottare.
La cyber sicurezza europea è in profonda evoluzione: nuovi requisiti e linee guida stanno ridisegnando le strategie di protezione delle organizzazioni.
Quella che può apparire come una sfida complessa racchiude in realtà un'opportunità straordinaria.
Con questo articolo proviamo a convertire la complessità normativa in una guida chiara e gli obblighi in strumenti strategici, orientando le aziende italiane verso una visione della sicurezza informatica che trasforma un obbligo normativo in un reale vantaggio competitivo.
Una Panoramica del Quadro Normativo
Il framework normativo europeo sulla cybersicurezza si basa su requisiti fondamentali definiti dall’articolo 21 della NIS 2,ripreso dall’art. 24 del D.lgs.138/2024. Tali requisiti delineano un approccio strutturato per la gestione dei rischi, offrendo un modello di riferimento cruciale per potenziare la resilienza delle organizzazioni.
A completare il contesto normativo si inserisce il Regolamento UE 2024/2690 della Commissione europea, del 17 ottobre 2024, che fornisce indicazioni operative sull'applicazione di questi requisiti e chiarisce i criteri per determinare quando un incidente debba essere considerato "significativo".
La sua portata si applica ai fornitori di servizi critici che operano nel settore delle "infrastrutture digitali", come i servizi DNS, registri di domini, cloud computing, data center, reti di distribuzione di contenuti, servizi gestiti e fiduciari, mercati online, motori di ricerca e piattaforme di social network.
In linea con questo approccio, e sempre per lo stesso macrosettore, ENISA ha reso disponibile una guida attuativa del Regolamento UE2024/2690, attualmente in fase di consultazione pubblica, che fornisce strumenti pratici e immediatamente utilizzabili per implementare i criteri stabiliti dal Regolamento.
Questo intervento si inserisce all'interno di un quadro normativo progettato per assicurare misure di cybersicurezza solide, promuovendo al contempo una collaborazione tra il settore pubblico e quello privato. Tuttavia, la complessità di tali norme richiede strumenti e metodologie che ne facilitino l'applicazione.
Per le imprese, in particolare quelle italiane, la vera sfida non è solo raggiungere la conformità, ma farlo in maniera efficiente, integrando le normative in modo strategico e concreto nel proprio sistema digestione.
Metodologie Operative per la Gap Analysis NIS 2
Attualmente destinati ai macrosettori delle “infrastrutture digitali” e in attesa di indicazioni specifiche per altri settori, i due strumenti – della Commissione europea e di ENIS – offrono una guida operativa essenziale per le aziende nella conduzione della gap analysis, passaggio cruciale per predisporre il piano di implementazione richiesto dal D.lgs. 138/2024.
Il piano, una volta completato, richiede l'approvazione formale del vertice aziendale.
Una delle principali difficoltà per le aziende riguarda il livello elevato delle misure indicate negli articoli 21 e 24, che spesso risultano di difficile applicazione in tempi brevi. L’articolo 24, comma 4, del decreto chiarisce infatti che: “Qualora un soggetto rilevi di non essere conforme alle misure di cui al comma 2, esso adotta, senza indebito ritardo, tutte le misure appropriate e proporzionate correttive necessarie”.
La gap analysis è un passaggio fondamentale per garantire l'adeguamento, poiché permette di identificare le aree di non conformità e pianificare azioni correttive in modo tempestivo.
Inoltre, rappresenta il primo passo strategico per attuare un piano solido e conforme alle disposizioni della NIS2.
L’importanza dell’ACN nel contesto italiano
In Italia, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) svolge un ruolo centrale nell’attuazione delle misure di cybersicurezza previste dal nuovo quadro normativo. Oltre a favorire l’armonizzazione tra le pratiche nazionali e quelle europee, l’ACN si configura come un punto di riferimento operativo per accompagnare le organizzazioni italiane nel percorso verso la conformità normativa.
I documenti operativi pubblicati dall’Agenzia si basano sul Framework Nazionale per la Cybersecurity e la Data Protection, uno strumento che integra le migliori prassi internazionali per proporre un approccio strutturato e coerente nella gestione dei rischi legati alla cybersicurezza. Questo modello facilita la traduzione dei requisiti normativi in azioni concrete, favorendo l’adozione di misure efficaci e personalizzabili alle specificità del contesto italiano.
Il Framework Nazionale per la Cybersecurity: uno strumento operativo
Il Framework Nazionale per la Cybersecurity e la Data Protection, sviluppato in Italia negli ultimi anni, è stato riconfermato dall’ACN come riferimento fondamentale per l’implementazione dei requisiti della direttiva NIS 2. Ispirato a standard internazionali, come il NIST Cybersecurity Framework, questo strumento:
- supporta le organizzazioni nell’identificare, proteggere, rilevare, rispondere e ripristinare le operazioni in caso di incidenti informatici;
- fornisce un linguaggio comune per la gestione e la comunicazione dei rischi legati alla cybersicurezza;
- semplifica i processi, riducendo la necessità di sviluppare procedure ex novo, in particolare per le organizzazioni che adottano già standard internazionali.
Vantaggi per le aziende già allineate alla ISO 27001
Per le aziende italiane che hanno adottato i requisiti ed i controlli della ISO/IEC 27001, anche senza una certificazione formale, il percorso verso la conformità ai requisiti della direttiva NIS 2 risulta notevolmente agevolato.
Questo vantaggio nasce dalla stretta correlazione operativa tra il Framework Nazionale per la Cybersecurity e la Data Protection (FNCS), promosso dall’ACN, e la struttura della ISO/IEC 27001.
Corrispondenza operativa: fondamenta per l’adeguamento
La ISO/IEC 27001, standard internazionale per la gestione della sicurezza delle informazioni, condivide con il Framework Nazionale per la Cybersecurity e la Data Protection (FNCS) numerosi principi e controlli fondamentali. Tra questi, emergono:
- la valutazione dei rischi e l’adozione di misure proporzionate;
- la definizione di ruoli e responsabilità chiari per la gestione della sicurezza;
- l’implementazione di procedure per la risposta e il recupero dagli incidenti.
Questa significativa sovrapposizione consente alle organizzazioni che già applicano le best practice della ISO/IEC 27001 di partire da una base strutturata e compatibile, riducendo la necessità di interventi rilevanti per allinearsi ai nuovi requisiti normativi.
Piccoli aggiustamenti per un grande risultato
Il contributo dell’ACN, attraverso i recenti documenti che forniscono indicazioni operative e linee di azione, si traduce in linee guida pratiche che permettono di colmare rapidamente eventuali lacune. Tra queste:
- l’adeguamento dei processi di notifica degli incidenti ai criteri definiti dalla NIS 2;
- l’aggiornamento delle politiche di sicurezza per includere requisiti specifici relativi alle infrastrutture essenziali;
- l’integrazione di indicatori chiave di prestazione (KPI) per il monitoraggio continuo della conformità.
Un percorso più semplice ed efficace
L’integrazione tra il Framework Nazionale per la Cybersecurity e la Data Protection (FNCS) e la norma ISO/IEC 27001 consente alle aziende di adottare un approccio meno complesso e più efficiente per affrontare il percorso di adeguamento normativo. Questa sinergia ottimizza l’utilizzo delle risorse, massimizzando l’efficacia delle misure implementate. L’allineamento tra i due framework riduce tempi e costi, rappresentando un’occasione per migliorare la resilienza organizzativa e la capacità di risposta alle minacce cibernetiche.
In questo contesto, le organizzazioni possono trasformare un obbligo normativo in un’opportunità strategica, rafforzando la fiducia di clienti e partner e consolidando la propria posizione in un mercato sempre più orientato alla sicurezza digitale.
L’approccio combinato di FNCS e ISO/IEC 27001 è particolarmente utile per condurre una gap analysis efficace, uno dei passaggi più critici per le aziende. Questo processo rappresenta il primo passo per identificare le aree di non conformità rispetto agli articoli chiave del D.lgs. 138/2024 e pianificare le azioni correttive necessarie, rispettando le scadenze stringenti stabilite dall’articolo 24, comma 4.
Mettere in evidenza questa opportunità può rappresentare un supporto significativo per le aziende, aiutandole a trasformare la complessità normativa in un approccio concreto e orientato ai risultati. Grazie agli strumenti già disponibili, è possibile favorire il miglioramento continuo e garantire una piena conformità normativa.
Compliance senza stress: strategie semplici ed efficaci
La vera compliance in cybersicurezza non si misura sulla complessità degli strumenti o sull'accumulo di documenti, ma sulla capacità di tradurre concretamente le prescrizioni dell'articolo 21 della NIS 2 e dell'articolo 24 del D.lgs. 138/2024.
Questi articoli vanno oltre la burocrazia: rappresentano un set di misure concrete che le organizzazioni devono integrare stabilmente nei loro processi per preservare la resilienza dei sistemi aziendali.
La loro formulazione ampia e articolata richiede tuttavia strumenti di supporto che aiutino le imprese a interpretarli e applicarli con precisione.
Framework di requisiti essenziali per la protezione
I requisiti definiti dall’art. 21 della NIS 2 e dall’art. 24 del D.lgs. 138/2024 coprono aspetti cruciali per la gestione della cybersicurezza, tra cui:
- Identificazione dei rischi: individuare le vulnerabilità che potrebbero compromettere le operazioni critiche;
- Misure preventive: implementare controlli tecnici e organizzativi per ridurre al minimo la probabilità di incidenti;
- Gestione degli incidenti: sviluppare procedure chiare e strumenti adeguati per rilevare, rispondere e ripristinare le operazioni in caso di attacco;
- Comunicazione e notifica: garantire che gli incidenti significativi siano tempestivamente segnalati alle autorità competenti, come richiesto dalla normativa.
L’importanza di rispettare il framework
Rispettare il framework normativo non significa solo adempiere a un obbligo di legge, ma adottare un approccio strategico per proteggere informazioni e infrastrutture. Il quadro delineato dall’art. 21 della NIS 2 (e dall’art. 24 del D.lgs. 138/2024) è stato progettato per adattarsi a diverse realtà aziendali, ma è l’applicazione concreta dei requisiti che garantisce:
- Resilienza operativa: le organizzazioni sono in grado di affrontare e superare attacchi senza compromettere la continuità del servizio;
- Riduzione del rischio reputazionale: una gestione inadeguata degli incidenti può minare la fiducia di clienti e partner;
- Protezione degli asset critici: la sicurezza di dati e infrastrutture, fondamentali per il business moderno, è imprescindibile.
Come rispettare concretamente il framework
Per garantire la compliance, è necessario:
- Integrare i requisiti nei sistemi di gestione aziendale, utilizzando strumenti già consolidati come il Framework Nazionale per la Cybersecurity o la norma ISO/IEC 27001, per allinearsi agli standard richiesti;
- Evitare un approccio puramente documentale: la compliance non è una semplice checklist, ma un processo operativo. I controlli devono essere implementati e testati nella pratica;
- Effettuare verifiche periodiche: la cybersicurezza è un processo dinamico che richiede aggiornamenti costanti e miglioramenti continui.
Conclusioni: dalla complessità alla chiarezza
Il rispetto concreto del framework di requisiti delineato dall’art. 21 della NIS 2 e dall’art. 24 del D.lgs. 138/2024 è il pilastro di una cybersicurezza efficace. Questi articoli non devono essere intesi come un semplice elenco di obblighi, ma come una guida pratica per costruire sistemi resilienti, in grado di adattarsi a minacce in costante evoluzione.
La complessità normativa può talvolta generare confusione, ma è fondamentale riconoscere che al centro di tutto c’è un obiettivo chiaro: proteggere le organizzazioni, le infrastrutture critiche e, in ultima analisi, le persone.
La chiave per raggiungere questo obiettivo è trasformare i requisiti in azioni concrete, integrandole nei processi aziendali e evitando un approccio eccessivamente burocratico. Con un’impostazione basata sulla chiarezza e sulla semplicità operativa, le aziende italiane possono convertire la compliance da un obbligo percepito a una leva strategica per rafforzare la resilienza organizzativa e accrescere la competitività nel panorama digitale europeo.
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